Venezia è la città più disegnata, dipinta, filmata e fotografata del mondo, da secoli. Oltre che approdo di estimatori e visitatori è stata però da sempre (si pensi a Marco Polo, forse il veneziano più famoso al mondo) anche casa e punto di partenza di grandi viaggiatori e esploratori e avventurieri veneziani. Alcuni di loro ci hanno lasciato fenomenali taccuni di viaggio, anche se non erano artisti, ma sempre eccellenti disegnatori.
Come Antonio Paravia, ufficiale della Serenissima Repubblica che imbarcato sui vascelli della marina da guerra visitò gran parte del Mediterraneo orientale e centrale e compilò così, negli anni che vanno dal suo arruolamento del 1754 fino al 1797, un monumentale Mio portafogli di viaggi, osservazioni e memorie e frammenti historici del mio tempo. In centinaia di pagine divise in sei corposi volumi si trovano testi, immagini e curiosità: storia antica, commerci, oggetti, usi e costumi, arte, zoologia e geografia. Quasi assenti le note personali e biografiche di questo militare umanista, erudito e curioso, le sue immagini a china e acquerello rappresentano luoghi, avvenimenti e cartografie, urbane e militari. Incredibilmente, nulla di Paravia è stato pubblicato fino alla recente scoperta del suo lavoro. Il suo straordinario portafogli è patrimonio del Museo Correr grazie alla donazione dei suoi eredi nel tardo Ottocento.
Quella dei taccuini di viaggio, i carnet de voyage, è pratica antica e diffusa, lo è stata soprattutto dal XVII secolo, sull'onda del Grand Tour, il viaggiare in Europa e soprattutto di Italia di intellettuali e aristocratici. Negli anni in cui Paravia navigava agli ordini del Capitano da Mar in Italia e a Venezia si aggiravano Johann Wolfgang von Goethe e William Turner. Un trentennio dopo sulle sponde del Canal Grande prendeva i suoi appunti Jonh Ruskin per il suo magnifico The Stones of Venice. E l'artista e patriota Ippolito Caffi, veneziano d'adozione e perennemente in viaggio, andava da Roma a Napoli e da Atene a Costantinopoli per poi partecipare all'insurrezione veneziana contro l'Austria e infine seguire l'esercito garibaldino, sempre compilando taccuini ora conservati nel Gabinetto dei disegni e delle stampe dei Musei Civici. Solo per fare un paio di esempi.
Architetti, artisti, naturalisti avevano l'esigenza di compilare raccolte utili per il proprio lavoro, altri semplicemente amavano appuntare le loro impressioni e rappresentazioni di scorci, opere d'arte, paesaggi, bellezze. Opere d'arte di gloriose firme o semplici appunti di militari o mercanti, viaggiatri e esploratori, sono oggi documenti straordinari e unici per la storia dei luoghi, dei popoli, delle città, del costume delle epoche, furono alla loro creazione il modo di portare il mondo allo sguardo di chi non poteva viaggiare.