421 - 2021 | Venezia celebra i suoi 1600 anni e lo fa anche con una monumentale mostra messa in scena – è il caso di dire – nel luogo simbolo del potere e della gloria della Serenissima: il Palazzo dei Dogi in Piazza San Marco.
Sorta di grande e sorprendente racconto illustrato attraverso i secoli, la mostra promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia si propone il difficile ma entusiasmante compito di raccontare – attraverso oltre 250 opere d'arte, manufatti antichi e documenti rari – i momenti, i luoghi, i monumenti e i personaggi che hanno segnato la storia di Venezia, scegliendo un inedito punto di vista, ovvero quello degli innumerevoli momenti di crisi e rotture e delle altrettante rigenerazioni e rinnovamenti che hanno segnato la sua esistenza.
"Nascite e rinascite ": tappe salienti della storia e dell’identità di Venezia più e più volte chiamata a ridisegnare il suo futuro e ripensare il suo destino, testimoniate dalle opere e dai documenti dei massimi artisti che in laguna hanno operato nell’arco di quasi un millennio – Carpaccio, Bellini, Tiziano, Veronese, Tiepolo, Rosalba Carriera, Guardi e Canaletto, fino a Canova, Hayez, Appiani; e poi Pollock, Vedova, Tancredi, Santomaso – ma anche di tanti architetti, talentuosi uomini d’arte, letterati e musicisti che hanno accompagnato il suo divenire.
Un’occasione preziosa anche per ammirare, riunita in una narrazione avvincente, una parte importante dell’immenso patrimonio conservato in Città e in particolare nelle collezioni dei Musei Civici, con tanti e significativi restauri sostenuti per l’evento in particolare da Save Venice Inc., come la grandiosa tela con il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio (opera di oltre 3 metri di lunghezza), il Ritratto di famiglia di Cesare Vecellio e la monumentale pala di Jacopo Palma il Giovane con Madonna col Bambino in gloria, San Magno che incorona Venezia affiancata dalla Fede, ma anche un raffinato mosaico cinquecentesco, rari manoscritti miniati, preziosi disegni, un importante vaso cinese della dinastia Yuan del XIV secolo e molto altro ancora.
Con uno scenografico allestimento affidato a Pier Luigi Pizzi e l’attenta direzione scientifica di Gabriella Belli, curata da Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino e Andrea Bellieni, la mostra è divisa in 12 sezioni, ripercorse anche nell’approfondito catalogo edito in doppia edizione, italiana e inglese, da Museum Musei: 1) Introduzione 2) La città eletta 3) Regina del mare 4) La città dei mercanti 5) Renovatio Urbis: Andrea Gritti e gli architetti 6) L’incendio di Palazzo Ducale, 1577 7) La peste, 1576 e 1631 8) Settecento: gloria e caduta della Serenissima 9) Ottocento, rivoluzione e unificazione 10) La capitale dell’arte contemporanea 11) Acqua Granda, 1966, 2019 12) Venezia e il futuro
Un percorso incalzante e intenso.
Tutte le arti, compresa la decima musa, sono state chiamate a raccolta per ripensare ai sedici secoli della Serenissima, tra trionfi e domini, di terra e di mare, grandezza e bellezza, ma anche tra incendi, sconfitte militari e pestilenze, fino all’Acqua Granda del 1966 e del 2019 rappresentate simbolicamente in mostra dall’opera The Raft (La zattera), straordinario “cameo” dell’artista multimediale di fama mondiale Bill Viola.
L’ultima sala è un invito alla riflessione sul futuro, sulla salvaguardia del patrimonio di questa città e sulla ricerca della sostenibilità grazie a un’installazione nata dalla collaborazione tra Gabriella Belli e Studio Azzurro. Sullo sfondo liquido che avvolge Venezia in ogni fase della sua vita, emergono le tante voci delle persone – intellettuali, tecnici, studenti – che si interrogano sul futuro della città: un controcanto di riflessioni, idee e stimoli per guardare Oltre.
La Repubblica Serenissima cade nel 1797, ma Venezia è ancora assolutamente viva e cosciente della sua identità e della sua fragile e potente unicità, continuamente alla ricerca di un dialogo tra passato e presente, e di una soluzione per il domani.
“Crediamo che il passato di Venezia – la storia, le tradizioni, i monumenti, i tesori d’arte – rappresenti una risorsa notevole, una preziosa roadmap per il futuro della città ”, scrivono i curatori della mostra nel saggio introduttivo al catalogo. “La città è riuscita a sopravvivere così a lungo perché è stata in grado di rinascere, di volta in volta, in forme nuove e più adattabili. Guardare al passato per pianificare il futuro è assolutamente possibile a Venezia più che in qualsiasi altra città...”
Fondamentale anche in questo senso il ruolo dei Musei Civici, con gli undici straordinari palazzi dove si conservano e valorizzano le testimonianze cittadine: “ad essi, più che ad altri – conclude Gabriella Belli nella postfazione – è affidato il compito di traghettare la storia e l’immenso patrimonio artistico della Serenissima nel futuro. Per essere contemporanei, i musei della città non possono rimanere solo memoria, ma devono “diventare” azione, ovvero produzione culturale”.