E’ domenica mattina, appuntamento all’ ingresso del teatro ‘ San Carlo’. Bella comitiva: Giuseppe, la nostra guida, in giacca e cravatta. La locandina del Cralt cita ‘Regio Teatro San Carlo e concerto a Casa Barbaja, all'insegna della lirica e della musica classica’. Siamo veramente tanti…
Sono già stata almeno tre volte a visite guidate nel nostro tempio della musica ma sono sicura che i nostri amici di ‘Viviviquartiere’ sapranno dare un’ impronta nuova. E’ sempre così…io spesso rifaccio con loro percorsi già fatti, c’è sempre qualcosa in più…
Il San Carlo ha le sue guide, ma per noi ce n’è una esclusiva: ci accoglie Alessandro, simpatica persona che amplifica il suo racconto con una teatralità unica ; tra stucchi, affreschi e ricordi ci porta indietro negli anni facendoci rivivere un Illuminismo importante della nostra città . il teatro fu costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo III di Borbone ed è stato ed è uno dei più importanti teatri lirici, punto di arrivo di compositori e cantanti. Un po’ di gossip dell’ epoca ci ha introdotto la figura di Domenico Barbaja, importantissimo impresario, semianalfabeta ma geniale, che tra una tresca e l’atra (famosissima quella con la cantante Isabella Colbran che gli fu soffiata da Rossini), seppe dare grande lustro al nostro teatro, curando anche la ricostruzione, in soli 9 mesi, dopo un devastante incendio, all’ inizio dell’ 800.
Barbaja è stato la chiave di aggancio della seconda parte della nostra visita. Usciti dal San Carlo, passeggiando da piazza Plebiscito a Piazza Municipio, chiacchierando su quelli che sono stati i conservatori napoletani , siamo arrivati a via Toledo 55, casa Barbaja ,sede del Club 55. Dire che questa è una location esclusiva di grandissima bellezza e raffinatezza, dove si respira arte in ogni angolo, è a mio parere quasi riduttivo, perché la famiglia Barbaja e Carlo Contocalakis, figlio della splendida signora Maria Barbaja, erede del famosissimo impresario, ci hanno fatto vivere un ‘mecenatismo culturale’ di altissimo livello. Siamo rimasti estasiati dal canto di Giulia Lepore, un soprano dolce, figlia d’arte: il papà, Carlo Lepore, infatti, ha tenuto concerti in Italia e all'estero cantando al Rossini Opera Festival, Settimana Musicale Senese al Festival di Innsbruck, e, dagli esordi al Teatro dell'Opera di Roma come Don Basilio, è poi approdato al Teatro San Carlo di Napoli dove ha cantato nel Matrimonio Segreto di D.Cimarosa (Conte Robinson), Il convitato di pietra (Pulcinella) di G.Tritto, Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti con la regia di R. De Simone fino ad arrivare per il Teatro alla Scala di Milano ne La pazza per amore di Paisiello, sotto la direzione di Riccardo Muti.
Giulia Lepore, con il suo innato talento, accompagnata al piano da Sara Vigilante ed al flauto traverso da Carlo Contocalakis , ha interpretato pezzi del repertorio lirico italiano ed europeo: da La pastorella delle Alpi di Rossini a Lascia ch'io pianga di Georg Friedrich Händel sino ad arie francesi. La performance non poteva che chiudersi con Me voglio fa na casa di Donizzetti, un omaggio alla grande tradizione musicale napoletana. L’applauso che abbiamo dedicato loro, non è stato solo di ringraziamento ma emozione pura. Probabilmente molti di noi erano neofiti della musica lirica ma non serve altro per essere affascinati dal bello!
Oltre alla musica , la famiglia ci ha gentilmente offerto una ottima bevanda,’ la barbajata’, inventata dal Barbaja , che è una miscela di caffè, cioccolato e panna, veramente squisita.
Per concludere, un grazie ancora a Giuseppe, Anna Paola e Imma ed a tutti gli amici di ‘Viviquartiere’ che, con i loro racconti, ci hanno avvicinato con semplicità e leggerezza al mondo della lirica, troppo spesso considerato colpevolmente pedante e di elitè, facendoci vivere ancora una volta, con grande professionalità, una …Napoli che non ti aspetti…non solo grandi monumenti, storia della nostra città ma anche teatro, musica, vicoli, edicole, angoli nascosti che ci mostrano, coronandole con aneddoti, leggende, racconti vissuti e piccoli assaggi della nostra gastronomia. Sottolineo infinite volte che oltre alla loro grande cultura ed un’ indiscussa bravura nel curare queste visite guidate, che hanno sempre un carattere particolare, li ammiro moltissimo per il grande impegno sociale ed il vulcanico entusiasmo che sanno trasmettere sempre. Per me sono diventati ' amici di famiglia' che ho piacere ad incontrare ogni volta che posso.
Per questo ringrazio i consiglieri territoriali e nazionali che, favorendo realtà ed iniziative del genere, incarnano a pieno quelle che dovrebbero essere le finalità e lo spirito di un’associazione come il Cral Telecom: “democratizzare” l’arte e la cultura, renderla un patrimonio condiviso ed accessibile a tutti, indipendentemente dal titolo di studio posseduto, attraverso momenti di aggregazione ed emozionanti come questo.