Fino all'estate 2021 i cittadini di Venezia e gli appassionati di birdwatching sono invitati a partecipare alla ricerca “Uccelli di città”, promossa da Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue e Associazione Venezia Birdwatching, segnalando presenza e comportamenti di tutti gli uccelli selvatici, dai più comuni a più rari, che popolano l'area urbana in laguna e in terraferma.
Il progetto “Uccelli di città” vuole mappare gli uccelli selvatici di Venezia, da quelli più comuni a quelli rari, con un metodo di “citizen science”, attività scientifica in cui cittadini e appassionati raccolgono dati e osservazioni che vengono poi condivise con ricercatori, scienziati e autorità scientifiche.
Il progetto è stato ideato quando la mobilità delle persone non era compromessa, come invece accade ora per frenare la diffusione del coronavirus. Ma molte persone hanno finestre e balconi che affacciano su cortili, spiazzi, aree verdi che in assenza del normale traffico umano e urbano si popolano forse ancora di più di uccelli di tutti i tipi. L'invito è a osservare, registrare e fotografare o riprendere in video qualsiasi specie di volatile, da quelli più comuni a quelli più rari, e i suoi comportamenti, appunto dalle finestre e dalle terrazze.
L'avifauna delle città è in continuo mutamento. Cambiano le specie, la loro concentrazione, i loro comportamenti. Alcune specie sembrano scomparire, nei parchi se ne osservano altre mai viste. A questi mutamenti contribuiscono diversi fattori: aumento o riduzione degli spazi verdi, aumento dell'inquinamento, uso di fitofarmaci (e conseguente diminuzione degli insetti), cambiamento climatico, investimenti sulle strade, impatti con vetrate, predazione da parte di altre specie animali.
Le specie che vivono in città sono numerose in tutte le stagioni dell’anno. Per molti uccelli l’ambiente urbano garantisce cibo, protezione e siti di nidificazione. I parchi cittadini sostituiscono ambienti rari o assenti nelle campagne circostanti, come boschi e zone umide, e senza cacciatori. Nel territorio di Venezia sono presenti molte specie di volatili e per ognuna serve conoscere distribuzione e comportamenti nelle diverse fasi della loro esistenza: la ricerca di cibo, l'accoppiamento, la nidificazione e altro.
Il progetto “Uccelli di città” ha come obiettivo l'aggiornamento della ricerca “Uccelli di laguna e di città” condotta dal Museo di Storia Naturale di Venezia fra il 2006 e il 2011, che ha prodotto un volume con il medesimo titolo. Le osservazioni utili vanno da ora fino all'estate 2021, per culminare con l'aggiornamento dell'atlante ornitologico urbano di Venezia.
In Italia il tema della conservazione della fauna urbana non è inserito nei processi di pianificazione territoriale, nonostante ci sia un notevole impegno scientifico nell’argomento: da anni l’ecosistema urbano viene studiato come un vero e proprio ecosistema naturale ed è nata una specializzazione che ha portato a ricerche e pubblicazioni.
Il monitoraggio della biodiversità urbana del progetto “Uccelli di città” oltre a portare dati ai ricercatori incentiva l'osservazione e la conoscenza delle specie che vivono in città e una maggiore sensibilità dei cittadini verso i temi ambientali.
Il territorio oggetto della mappatura coincide con i confini amministrativi della città, con l'esclusione delle aree lagunari (valli da pesca e laguna aperta) e di quelle strettamente agricole. Sono quindi comprese nella definizione di area urbana: tutte le aree abitate comprese le periferie, le aree di servizio (porti, aeroporti, stazioni, ospedali eccetera) e le aree commerciali e industriali; le zone umide (fiumi, stagni, fossati) e le aree verdi (parchi, siepi, filari di alberi). La mappa è composta da un reticolo di quadrati di 1 km di lato.
Una prima fase del progetto si è già svolta con il monitoraggio degli uccelli svernanti, dal 1 dicembre 2019 al 31 gennaio 2020, cui hanno partecipato 31 rilevatori, e sono stati censite 109 specie diverse di volatili. La media per quadrato è stata di 22 specie con un minimo di 5 e un massimo di 49. I dati preliminari raccolti i questa fase permettono di definire quali siano state le 15 specie più abbondanti in questo inverno: