Taranto è a nostro avviso una città fra le più belle del Mediterraneo con un mare cristallino , bellissime spiagge, siti archeologici,e una grande tradizione enogastronomica. Purtroppo viene sempre raccontata e ricordata per l’imponente acciaieria ILVA che, con il suo inquinamento, continua a provocare un gran numero di decessi e malattie oncologiche. Lento e incerto è ancora il piano di risanamento e bonifica del territorio al seguito delle tante inchieste giudiziarie in corso. Anche per questa ragione,come Collegio di Puglia e Basilicata abbiamo voluto raccontare l’altra Taranto. Quella che poco si descrive e si conosce, attraverso una iniziativa culturale in programma il 3 aprile scorso, nel tentativo di dare un modesto contributo come Cral alla rinascita di questa affascinante città.
Forte è il senso di appartenenza dei Soci al nostro Istituto, partecipando a questi appuntamenti sempre con grande entusiasmo, socializzando sia momenti di lavoro aziendale che di vita quotidiana. Questo è quello che ci distingue perché siamo capaci come Associazione di proporre iniziative che riescono a coniugare bene qualità e costi.
La giornata è iniziata con la visita al Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti d’Italia, istituito nel 1887. Grande è stata la meraviglia per la straordinaria collezione dei reperti della sezione greco-romana e in particolare statue, teste in pietra, vasi e il famoso Sarcofago dell’ Atleta. Per non parlare poi della sezione degli Ori, con monili e gioielli da mozzare il respiro, e del mirabile complesso scultoreo del Poseidone di Ugento.
La seconda tappa è stata la visita del Castello Aragonese, grazie anche alla grande disponibilità del personale della Marina Militare nel farci da guida. Questa fortificazione a ridosso del ponte girevole a forma quadrilatera con i suoi sotterranei e un bellissimo cortile è costituito da alte torri e da strette feritoie che servivano in caso di attacco per il lancio di olio bollente, frecce e così via. Mirabile esempio di architettura rinascimentale la cappella dedicata a San Leonardo e, a seguire, l’immensa Sala delle torture, caratterizzata da un foro centrale nella volta, attraverso il quale venivano amplificate le urla dei malcapitati per intimorire i nemici fatti prigionieri.
La giornata si è conclusa con un doveroso spazio alla cultura enogastronomica per gustare in un tipico ristorante del posto piatti tipici e tradizionali di questa incomparabile città.