02 Gennaio 2025

Storie di malavita...carceri e carcerati

di Redazione Cralt Magazine
Da Regina Coeli alle carceri pontificie di Via Giulia: un itinerario dedicato agli istituti penali dai tempi dello Stato Pontificio alla capitale

Roma, città eterna e custode di secoli di storia, cela tra le sue vie e piazze non solo capolavori artistici e religiosi, ma anche luoghi intrisi di un passato meno noto, fatto di repressione, giustizia e punizione.

Tra questi emergono gli istituti penali, che raccontano una storia complessa e spesso tormentata, legata ai tempi dello Stato Pontificio e oltre, fino a trasformarsi in una componente della Roma moderna. Questo itinerario ci porta dai maestosi palazzi rinascimentali ai tetri ambienti carcerari, simbolo del potere temporale della Chiesa e della sua concezione di giustizia.

Uno dei punti di partenza è sicuramente Regina Coeli, la celebre casa circondariale situata nel rione Trastevere. L'attuale struttura risale alla fine del XIX secolo, edificata tra il 1881 e il 1900, ma il suo nome si collega al convento di monache francesi che occupava lo stesso sito in precedenza, dedicato a “Santa Maria Regina Coeli”. Quando Roma diventò capitale del Regno d'Italia nel 1870, il nuovo governo puntò alla costruzione di istituti di detenzione moderni, e Regina Coeli nacque con l'intento di essere una prigione modello. Con il tempo, tuttavia, è diventata un simbolo delle carceri romane, ospitando durante il Fascismo anche prigionieri politici, tra cui figure rilevanti della Resistenza.

Andando a ritroso nel tempo, ci spostiamo verso Via Giulia, una delle strade più eleganti e storiche della città, voluta da Papa Giulio II nel XVI secolo. Qui sorgevano le Carceri Nuove, costruite nel 1655 su volere di Papa Innocenzo X per sostituire le precedenti e più antiche strutture detentive come le Carceri di Tor di Nona. Le Carceri Nuove erano un'innovazione per l'epoca, pensate per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, spesso costretti in spazi sovraffollati e malsani. L'edificio, oggi sede di un archivio, rappresentò un cambio di paradigma nella gestione della detenzione durante lo Stato Pontificio, seppur restasse ancora in linea con una giustizia severa e punitiva.

Altre testimonianze delle carceri pontificie si trovano lungo il Tevere. Le Carceri di Tor di Nona, situate sulla riva del fiume, erano un luogo di detenzione noto già nel Medioevo. Celebre per le dure condizioni di prigionia, la torre ospitò numerosi personaggi storici, artisti e persino eretici accusati dall'Inquisizione. Qui si percepisce in modo tangibile il rigore dello Stato Pontificio nella gestione della giustizia, un sistema che spesso si sovrapponeva al controllo religioso.

Questo itinerario, dunque, racconta la metamorfosi di Roma attraverso i suoi luoghi di detenzione: dalle antiche carceri papaline, simbolo di un controllo ferreo della società, ai moderni istituti penali come Regina Coeli, ancora oggi un elemento di riflessione sulla giustizia contemporanea.

Poi prigionieri celebri, come Benvenuto Cellini o il Conte di Cagliostro, le figure dei boia, Mastro Titta!

Ogni prigione è un pezzo di storia che ci invita a interrogare il passato e a riflettere su come la società abbia trattato la punizione, il controllo e la redenzione dei suoi membri nel corso dei secoli.

Foto di Udo da Pixabay

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