Paola Angelini un anno fa entrava a Ca' Pesaro, selezionata nel 2019 a Art Verona per il programma Level 0 e invitata in Galleria per la XVI edizione/2020 della Giornata del Contemporaneo curata dall'Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani - AMACI. Per alcune settimane è stata a contatto con i capolavori custoditi, confrontandosi con le luci e le ombre della Storia e lavorando nel silenzio e nella quiete delle sale, suo temporaneo studio nei giorni di chiusura al pubblico, nell'ottobre 2020.
La project room del Museo riapre oggi partendo dall’esperienza di Paola Angelini e dalle sue memorie del periodo trascorso a Ca’ Pesaro. Un'esposizione che è un omaggio dell’artista alle collezioni del Museo e un’ulteriore testimonianza della vitalità della Galleria, che fin dai primi anni del Novecento ha ospitato insieme ai capolavori dei più importanti protagonisti dell’arte internazionale anche le produzioni delle giovani e rivoluzionarie avanguardie.
La grande tela Splendor Solis è un’opera in divenire, un work in progress che l’artista conclude ancora con la sua presenza, durante l’esposizione, curata da Elisabetta Barisoni.
Paola Angelini: «Durante i mesi della pandemia, quando il museo era chiuso al pubblico, ho avuto la possibilità di lavorare tra i capolavori del 900 che da sempre fanno parte del mio immaginario. Sono stata a dipingere davanti ai maestri non solo per carpirne i segreti del mestiere, ma soprattutto per collocare nel mio immaginario le diverse influenze in un modo più consapevole. Quello che ho fatto tra queste sale è stato osservare, leggere le opere come fossero dei libri aperti davanti a me. Sono poi tornata nel mio studio e lì ho lasciato decantare ciò che avevo dipinto e studiato. E’ nato cosi un ciclo di lavori composti da 17 tele, in cui la memoria dei dipinti del 900 italiano si integra e crea un dialogo con la mia memoria personale, i miei soggetti, la mia storia. La tela “Splendor Solis”, da cui prende nome il progetto per la project room di Ca Pesaro fa parte di questo ultimo ciclo di tele. E’ un lavoro che ho voluto lasciare aperto, incompiuto, un dipinto in divenire che può accogliere momenti del pensiero diversi, riflessioni e appunti sulla figurazione, sulla composizione e sulla materia pittorica. Ho scelto di proseguirla e concluderla nel museo, dove ha avuto inizio questa fase di studio. La project room diventa per alcuni giorni il mio studio, un luogo intimo, isolato, di riflessione, ma aperto al pubblico e al confronto. Potrò cosi riflettere su quel dipinto nello specifico, concludere un ciclo di lavoro durato più di un anno e interrogarmi sul mestiere del pittore».
Paola Angelini, nata a San Benedetto del Tronto nel 1983, si diploma in Pittura nel 2010 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2011 frequenta il workshop in Arti Visive presso lo IUAV Università di Venezia tenuto da Bjarne Melgaard, e nello stesso anno espone nel Padiglione Norvegese della 54esima Biennale di Venezia nella mostra intitolata Baton Sinister. Nel 2017 ottiene il Master in Belle Arti presso KASK Conservatorium a Gent (BE). Nel 2014 e nel 2016 partecipa al programma di residenza d’artista presso Nordic Artists’Centre Dale (NKD), Norvegia, e nello stesso anno partecipa al programma di residenze presso Bevilacqua La Masa a Venezia. Ha partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero, tra cui: What is Orange? Why, an Orange, Just an Orange!,Marsélleria, Milano, 2016; Forme del tempo, a cura di Veronica Caciolli, Museo Palazzo Pretorio, Prato, 2017; La conquista dello spazio, a cura di Riccarco Tonti Bandini, Spazio K, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2017; Rethinking Media, Brandstrup Galleri, Oslo, Norvegia, 2018 ; Babel of Bric a Bràc, BGE Gallery, Stavanger, Norvegia, 2019. Vive e lavora a San Benedetto del Tronto.