C’è una piccola Venezia nel cuore verde d’Italia: Rasiglia. L’acqua è l’elemento centrale di Rasiglia, ma c’è anche molto altro da vedere. Giuseppe Aristei, 85 anni, è una sorta di custode del borgo ed è lui a spalancare le porte dei locali dove sono custoditi un vecchio mulino secolare per la macinatura del grano e uno dei due antichi telai per la tessitura dei filati.
Qui nei fine settimana, arrivano migliaia di turisti italiani e stranieri al punto che gli abitanti del posto parlano di ‘miracolo Rasiglia’. “Fino a poco più di un anno fa – racconta Giampaolo Brugnami dell’osteria Piccolo Parigi – tutta questa attenzione non c’era. A Rasiglia la gente arrivava solo in occasione del presepe vivente sotto le festività natalizie e per la rievocazione dell’industria della tessitura con la festa di Penelope. Poi improvvisamente il boom. Credo – aggiunge – che molto abbia contribuito Facebook a far conoscere questo borgo e alcune trasmissioni televisive”.
Nel cercare di dare una spiegazione a questo fenomeno turistico senza precedenti da queste parti, i più anziani si sono convinti che a richiamare l’attenzione di tanti visitatori siano semplicemente la bellezza e la particolarità del luogo. “Questo apparteneva al lanificio Accorimboni e risale al 1800, c’è ancora una coperta da terminare, andrebbe restaurato e rimesso in funzione perché mandarlo in malora è davvero un peccato" – dice Renzo Dragoni, altra “guida” di Rasiglia. A contribuire a far rinascere e conoscere il paese nel mondo è stata l’associazione ‘Rasiglia e le sue sorgenti’ con i suoi 300 soci.