Città di origine romana, cinta a nord dalle montagne e incastonata nel verde dei suoi vivai, Pistoia è stata designata Capitale Italiana della Cultura per il 2017 sia per il suo patrimonio artistico e architettonico sia per l'impegno con cui l'amministrazione cittadina promuove e sostiene progetti e iniziative che ne valorizzano l'identità e le tradizioni.
Per capire perché Pistoia, la città capitale della cultura italiana per il 2017 – bella, ma un po’ nascosta, dietro le sue tre storiche cinta murarie, tra le colline e gli appennini, e quasi volutamente rimasta nell’ombra, tra Firenze e Lucca - è diventata capitale italiana della cultura, è necessario andarci, superando il turismo mordi e fuggi da mezza giornata che invece continua ad essere il più diffuso.
Perché i motivi di questa “medaglia”, più che nei festival letterari, negli appuntamenti culturali e nelle tante iniziative che la vestono da “primadonna” dello stivale, sono da ricercarsi nei dettagli, quasi sottopelle o in alcuni primati di eccellenza come l’arte vivaistica leader nei mercati europei, la manifattura degli organi che ha portato un organo pistoiese anche al santo Sepolcro di Gerusalemme, e l’arte della lavorazione degli orafi. Il bello, oggi, è nella qualità della vita di questa piccola cittadina a misura d’uomo ma non provinciale, ricca di chiese gotiche e barocche, di scrigni artistici inaspettati dove il tessuto medievale si mescola alle origini romane, e forse anche etrusche, e il gotico e il romanico si alternano al moderno, che appare a sprazzi, sulle facciate dei palazzi storici, per finire con il contemporaneo all’interno, nelle fondazioni dedicate ai suoi artisti, (tra cui spiccano le figure di Marino Marini e di Giovanni Michelucci) e sfociare nelle piazzette della Sala e degli Ortaggi, oggi animate da tanti locali che la rendono viva e anche meta di appuntamenti notturni, anche dalle cittadine vicine, tutto l’anno.