Philippe Daverio, noto studioso, storico dell'arte e critico d'arte, a margine di un convegno all'Unione industriali di Napoli organizzato dall'ordine degli architetti, ha rilasciato alcune dichiarazioni destinate a creare discussione.
"Napoli offre entusiasmo e folklore, ma anche almeno 40 chiese storiche chiuse perché mancano i soldi per i restauri, forse dovremmo tirare le orecchie alla Comunità europea e farci dare i soldi".
Soggiungendo: "Magari i fondi ci sono anche ma bisogna fare i concorsi come dicono loro, le gare d'appalto come dicono loro, con i loro tempi, le regole sono così tante che alla fine sembrano fatte apposta perché non si faccia. Ci vorrebbe un movimento italiano forte, che vada a Bruxelles a dire è ora che salviate l'Italia, perché se non salvate l'Italia non salverete l'Europa".
Daverio ha poi criticato, architettonicamente ed urbanisticamente, il Centro Direzionale: "sembra che un gigante l'abbia preso dal Texas e portato sotto al Vesuvio, crea disarmonia".
Quindi sul lungomare pedonalizzato ha aggiunto: "Rimetterei le auto in via Partenope, dove gli alberghi piangono. Erano chic e internazionali e ora sembrano bulgari. Fosse diventato un giardino con le palme e il roseto sarebbe bellissimo, ma con l'asfalto funziona solo di domenica quando il tempo è bello negli altri giorni è una desolazione, una mestizia e un pianto".
Se il compito dello studioso è quello di creare discussione queste affermazioni, non proprio politically correct, lo faranno di sicuro alimentando la vivacità di una città dalle potenziali inespresse ancora enormi.