Giunta ormai al termine del suo percorso, la riqualificazione di Palazzo dei Musei è diventata nel tempo un'occasione per aprire una riflessione più approfondita sul ruolo e le potenzialità della principale istituzione museale cittadina.
Oggi viene chiesto a Palazzo dei Musei di interpretare, all'interno della sua comunità, sempre più un ruolo di laboratorio di connessione che, partendo dalle sue collezioni storiche, e quindi dal suo io più profondo, possa favorire il pensiero critico e a una nuova creatività, sorgente di futuro. Di essere un luogo che utilizza il suo patrimonio, eccezionale per la sua vastità spazio temporale e per la sua complessità relazionale, per affrontare le questioni del nostro tempo. Un luogo fatto per guardare, ascoltare e trovare ispirazione, simultaneamente fonte di esperienza e tramite di conoscenza.
Prove generali di Museo
Così è iniziato un percorso di sperimentazione, guidato dall'architetto Italo Rota, fatto di diverse fasi espositive, che, dapprima nel 2010 con la mostra nel cantiere di Palazzo dei Musei 'L'amore ci dividerà. Prove generali di un museo' e poi nel 2012 con la mostra 'Gli oggetti ci parlano' ai Chiostri di San Pietro, ha portato a coniugare alla funzione del conservare l'emozione dell'immaginare, del narrare, dell'ispirare curiosità, meraviglia, creatività.
Il percorso intrapreso ha puntato a rafforzare l'identità del Palazzo dei Musei, luogo indice della rete museale cittadina, a mettere in valore l'eccezionalità delle sue collezioni storiche e la complessità delle sue sedimentazioni e a definire il suo nuovo rapporto con la città. Partendo dall'essenza del museo, gli oggetti, si è iniziato a ricostruire un filo rosso che collega il vecchio con il nuovo, le collezioni storiche con il museo dell'oggi che si apre alla complessità e alla contaminazione della contemporaneità.
Nel 2014 è stata poi realizzata la prima grande mostra del nuovo corso iniziato dalla ristrutturazione di Palazzo dei Musei e delle sue collezioni affidata alla cura dell'architetto Italo Rota.
La mostra 'For Inspiration Only' è stata caratterizzata dalla installazione di più di trecento oggetti inediti appartenenti al patrimonio esistente nei depositi dei Musei Civici proposti in una specifica rilettura, non solo in termini espositivi ma soprattutto in termini di narrazione e partecipazione. For Inspiration Only (2014) ha voluto lanciare una nuova metodologia interdisciplinare, caratterizzata da un forte senso del dialogo tra le collezioni ed un forte impulso del museo come generatore di creatività: al centro dell'installazione non erano solo gli oggetti ma anche, e prima di tutto, le storie che essi raccontano, per offrire punti di vista alternativi ai rigidi ordinamenti di carattere cronologico, geografico o tipologico, e individuare nuove traiettorie esplorative.
Inoltre, tutti i cittadini e tutti i visitatori sono stati invitati ad accostare e aggiungere alle storie narrate dagli oggetti i propri vissuti e le proprie esperienze, accumulando narrazioni sconosciute e originali a quelle più note documentate dalla storia già depositata e scritta. È in questo modo che il progetto espositivo, ridando vita a luce e oggetti che appartengono alla storia della città, li ha rilanciati nella dimensione dell'oggi e della partecipazione collettiva.
Brevi di cronaca dai Musei Civici
Da questa raccolta di storie è stato poi tratto un libro, 100+1 brevi di cronaca dai Musei Civici di Reggio Emilia, con il quale si è voluto dare alle stampe centouno storie emblematiche che parlano di Reggio Emilia, delle vicende minime e dei grandi eventi che hanno attraversato la storia cittadina, dei personaggi piccoli e di quelli illustri che hanno avuto a che fare con la città.
Dal capodoglio, uno dei simboli del museo civico, agli aneddoti riguardanti la vita del più anarchico dei collezionisti reggiani, Luigi Parmiggiani, alla falange del dito di Ludovico Ariosto, alle sete volute in città da Lucrezia Borgia, alle camicie rosse dei garibaldini reggiani, alla lapide funeraria di una regina caduta in disgrazia, sono nate favole cittadine per ricordare che la lunga storia di una comunità è tessuta da brevi fili intrecciati tra loro in cui gli oggetti sono i nodi che fissano gli eventi nella nostra memoria, personale e collettiva.
Oggetti all'Orecchio
Oggi, al termine del percorso in cui in un rinnovato allestimento al secondo piano troveranno nuova voce le collezioni archeologiche e la pinacoteca, altre dodici storie inedite scritte da Attilio Marchesini si aggiungono a questa raccolta e stanno per essere poste all'attenzione del pubblico, ad un ascolto attento, interpretate dalla voce di Laura Pazzaglia.
Si continua così ad arricchire la collezione virtuale di storie del museo, grazie a una lunga ricerca fatta con l'intento di recuperare il più possibile quei frammenti di passato che compongono quello che siamo oggi e così 'Un ingegnere eclettico collezionista', 'Il tricolore, la notte e le donne nel Risorgimento reggiano', 'Vola colomba bianca vola', 'La 'Vergine gravida'', 'Abbo del Museo', 'Bibbianthal', 'Pars mea Deus', 'Il male che non c'è', 'Un vero soldato', ''Secondo l'affezion che il dir ci sprona'', 'San Rocco e 'l'Ala d'oro'', 'Non sempre le statue sono immobili' sono le storie che verranno prossimamente raccontate per continuare a far parlare gli oggetti ma, soprattutto, per imparare ad ascoltarli.
fonte:
Georgia Cantoni Responsabile comunicazione Musei Civici di Reggio Emilia