Cinquant’anni dal celebre scatto “Napalm Girl”. La mostra ripercorre attraverso 61 immagini la carriera del fotoreporter dell’Associated Press, una delle più grandi agenzie fotografiche al mondo.
Un evento straordinario, nato dalla conoscenza personale della curatrice Ly thi Thanh Thao con Kim Phuc Phan Thi risalente ai tempi dell’Università in Vietnam e fortemente voluto dall’Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia.
Seguendo la trama suggerita dal titolo, la mostra procede lungo due filoni narrativi; da una parte si presentano gli orrori del conflitto vietnamita che prendono forma attraverso le immagini delle distruzioni, dei civili in fuga e degli eserciti in azione, culminanti con la sequenza che ha portato ad uno degli scatti più famosi della storia della fotografia.
Dall’altra la modernità degli Stati Uniti, dove Nick Ut si è trasferito nel 1975, è rappresentata dalla contrapposizione tra i lustrini e luccichii di Los Angeles e una quotidianità popolata da homeless, proteste cittadine e incendi dolosi; i ritratti glamour del jet set americano, da Sylvester Stallone a Litz Taylor e Stevie Wonder passando per Michael Jackson, perciò, nel corso della mostra lasciano spazio a una realtà più cruda fatta di senzatetto, poliziotti in azione e elicotteri impegnati a
spegnere le fiamme nelle foreste della California.
Non mancano scatti dedicati al Vietnam della ricostruzione, in grado di regalarci momenti di bellezza e di poesia.
Kim Phuc - protagonista nel 1972 dello scatto “Napalm Girl”, che è valso a Nick Ut il Premio Pulitzer 1973 - compare in diverse foto dell’esposizione, sia ai tempi del conflitto, sia in una fase successiva della sua vita, quando il fotoreporter la incontrò di nuovo ormai adulta.