16 Novembre 2019

Mujeres Verticales: Rossella Casini

di Franco Moraldi
La manutenzione della memoria

Anche questa storia parla di una donna coraggiosa, manca però il color seppia che stempera le vicende di tanti anni fa, né -purtroppo- stavolta dobbiamo aspettarci il lieto fine: con la storia di Rossella Casini passeremo dalla normalità al dramma, dalla speranza all’impotenza, dall’oblio alla faticosa lotta per la memoria.

Siamo a Firenze nei primi anni ’80: Loretta Goggi, presaga, canta alla radio “Maledetta primavera” e Rossella, universitaria 25enne incontra per le scale di casa Francesco: un condomino, studente fuorisede calabrese. Dove è la notizia? Sono giovani, finisce che si innamorano: sembra abbiano pure intenzioni serie, se proprio poco prima della primavera dell’81 lui la invita a casa propria, a Palmi, per presentarle i genitori. Più normalità di così…

E però una storia romantica può virare rapidamente al dramma: basta che accada che durante il soggiorno di Rossella nella famiglia del fidanzato, il padre di lui venga ucciso in un agguato a colpi di pistola. Cambia la trama e il copione diventa inequivocabile quando pure Francesco, membro di un commando che vuol vendicare l’omicidio del genitore, cade durante un conflitto a fuoco con una banda rivale, ferito alla testa.

Ora tutto è chiaro: la studentessa fiorentina è finita in mezzo alla nota faida di Palmi, in cui 2 gruppi di famiglie in quegli anni si contendono la guida dei traffici malavitosi in una guerra che lascerà sul terreno oltre 50 morti ammazzati. Ma Rossella è innamorata, va e viene fra Firenze e Palmi fino a far ricoverare il fidanzato all’ospedale di Firenze. Qua Francesco guarisce e la forza della ragazza lo spinge a denunciare il sistema ndranghetista in cui vive, argomentando nomi, fatti e luoghi: ne nascono indagini, riscontri, arresti.

E’un fugace raggio di luce in una storia di tenebra, ma il buio ritorna padrone: la reazione del sistema cui appartiene il giovane lo porta a rimangiarsi le deposizioni, fino a finire comunque in galera, finalmente “normale” uomo di cosca. E Rossella? Finita in un labirinto di legami e valori per lei indecifrabile, incontra con un coraggio incredibile i clan in guerra per cercare un improbabile armistizio, ossessionata dal proteggere chi non la merita fino a diventare lei stessa, “straniera” a quella cultura, un pericolo per quel mondo e un giorno, durante uno dei tanti viaggi fra la Calabria e la Toscana…sparisce.

Sparisce davvero, nessuno ne sa più niente. La madre ne morirà poco dopo di crepacuore ed il padre convivrà con questo dramma per 15 anni, fino a quando dal giornale scopre che un pentito ha ricostruito i fatti: sarebbe stata proprio la famiglia di Francesco a condannare a morte sua figlia, diventata ingombrante ed ingestibile, facendola rapire, uccidere e, con macabro rituale, disperderne il corpo in mare.

Il processo scaturito dalle dichiarazioni dura un tempo sconfinato ma non riuscirà a trovare riscontri a quanto dichiarato e così il fidanzato, i parenti e gli altri imputati verranno assolti. Negli anni successivi sarà invece Rossella a subire una condanna: quella all’oblio. Figlia unica, alla morte del padre viene meno l’ultimo legame di memoria della sua breve vita e tremenda morte: il suo ricordo via via svanisce, quasi non fosse mai esistita, tanto che non si riesce, a distanza di anni, a trovare nemmeno una foto che ci faccia vedere come sono gli occhi di chi, testarda e coraggiosa, sa andare incontro alla morte per amore.

La memoria però è una pianta strana, diresti che sparisce e poi da una fessura della pietra ne vedi spuntare una foglia verde: è questo che accade per Rossella.

Con tenacia il suo nome viene mantenuto in vita fra quelli delle donne vittime di mafia, vengono scritti su di lei spettacoli teatrali ed articoli, col suo nome vengono intitolate scuole ed il comune di Firenze, assieme a Libera, appone una lapide sulla casa in cui visse. Poi, finalmente, viene recuperato il suo libretto universitario: ora possiamo vederla, bellissima ragazza con una tristezza assoluta negli occhi. Il fiume della memoria oramai continua a scorrere: in questo 2019 le viene conferita la Medaglia d’oro al valore civile e viene firmato un protocollo tra l’UNICEF e l’Associazione San Benedetto Abate per creare, riconvertendo beni confiscati alla criminalità, un’Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno, che si chiamerà proprio Università “Rossella Casini”.

Con queste poche righe vogliamo anche noi contribuire a non dimenticarci di te, Rossella.

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