23 Luglio 2024

MONIQUE JACOT. La figura e i suoi doppi

di Redazione Cralt Magazine
Venezia, Palazzetto Bru Zane fino al 14 settembre

Nell'ambito del suo programma di sostegno alla Fotografia, la Fondation Bru ha il piacere di presentare con Photo Elysée, La figura e i suoi doppi, mostra della fotografa svizzera Monique Jacot. Attraverso un'accurata selezione di scatti, nella cornice del Palazzetto Bru Zane durante la Biennale di Venezia, la Fondation Bru prosegue nel suo impegno a favore della valorizzazione del patrimonio culturale, e invita a scoprire il talento della fotografa Monique Jacot.

LA FONDATION BRU, MECENATE CULTURALE

Sin dalla sua creazione, la Fondation Bru ha inserito la cultura tra le sue priorità e agisce nel quotidiano per difendere il talento, condi­videre emozioni, diffondere la conoscenza, salvaguardare patrimoni, in un impegno che si rinnova incessantemente, soprattutto a favore di due settori artistici cari alla sua fondatrice, la Dott.ssa Nicole Bru: la musica e la fotografia.

MONIQUE JACOT (1934) è una delle più importanti fotografe svizzere. Dopo aver studiato all'École des arts et métiers di Vevey, ha intrapreso una carriera nel giornalismo come fotoreporter. Ha realizzato numerosi reportage per riviste svizzere e internazionali come "Camera", "Die Woche", "Du", "Elle", "Geo", "Schweizer Illustrierte", "Stern" e "Vogue".

Nel corso della sua carriera, Monique Jacot ha esplorato diversi generi fotografici. Appassionata di viaggi, è nota per le sue fotografie scattate in giro per il mondo e per la sua meticolosa documentazione di alcuni aspetti della vita svizzera, in particolare quelli relativi alla condizione femminile. In aggiunta ai suoi reportage, Monique Jacot ha realizzato una quantità di opere che attestano la sua ricerca artistica. A titolo di riconoscimento del suo importante contributo alle arti visive, nel 2020 le è stato attri­buito il Grand Prix Suisse du design.

Le fotografie presentate in questa mostra rivelano il modo in cui Monique gioca con la figura e i suoi doppi; attraverso il montag­gio e diversi effetti speculari, conferisce al suo lavoro un'estetica poetica, quasi onirica. Nel suo lavoro di fotoreporter, Monique Jacot accosta diverse figure, che possono rivelare un commento sociale al centro delle sue immagini.

Uno sguardo sulla condizione femminile in Svizzera

Fin dall'inizio della sua carriera, Monique Jacot si è interessata in modo particolare alle donne. Ha realizzato una trilogia in cui ha fotografato ragazze nella Repubblica Ceca, in Francia e in Inghilterra. In seguito si è dedicata a indagare le condizioni di vita e di lavoro delle donne in Svizzera, creando tre serie che sono state pubblicate: Femmes de la terre (1989), Printemps de Femmes (1994) e Cadences. L'usine au féminin (1999).

Questa mostra, organizzata da Photo Elysée, presenta stampe moderne tratte dalle fotografie originali conservate nelle collezioni del museo, salvo diversa indicazione.

PHOTO ELYSÉE

Con il flusso onnipresente di immagini nella nostra vita e le nuove tecnologie digitali che stanno cambiando profondamente la società, Photo Elysée si propone di mettere in discussione la fotografia come rappresentazione del mondo, di fornire un'educa­zione all'immagine e di alimentare la storia della fotografia con nuove narrazioni.

Con una delle più vaste e variegate collezioni di fotografia al mondo, Photo Elysée si rivolge a chiunque sia interessato alle immagini. Radicato nel presente, al contempo accessibile ed esigente, aperto e impegnato, il museo sostiene i molteplici percorsi e le diverse voci della fotografia. E un luogo che mira a stimolare e ad abbattere le barriere, che offre molto da vedere e su cui riflettere. Spinto dalla volontà di esplorare le immagini del presente e del passato, dalla carta allo schermo, e contribuendo atti­vamente alla diffusione del lavoro dei fotografi di tutte le generazioni, il museo rappresenta da quasi quarant'anni come un punto di riferimento tra i musei di fotografia, con una presenza attiva sulla scena internazionale.

Photo Elysée possiede una collezione unica di oltre 1.200.000 pezzi (stampe, album, negativi, lastre di vetro, provini, libri, ecc.) e conserva diversi archivi fotografici, tra cui quelli di Ella Maillart, Nicolas Bouvier, Sabine Weiss, Charlie Chaplin, Jan Groover e René Burri.

Il museo, che ha sede in Svizzera, presenta ogni anno una decina di mostre a Losanna e un gran numero di mostre itineranti in tutto il mondo.

LA FONDATION BRU

La Fondation Bru è stata creata su iniziativa della Dott.ssa Nicole Bru per perpetuare la memoria dei fondatori dei Labora­toires UPSA. Dalla sua sede di Ginevra, la Fondation riunisce l'insieme delle attività filantropiche della Dott.ssa Nicole Bru. Sempre al servizio delle grandi cause, essa offre ai talenti e alle iniziative meritevoli i mezzi per andare avanti e per cambiare le cose in modo duraturo; favorisce e accompagna nel tempo progetti innovativi, ben concepiti e sostenuti da una visione a lungo termine, a volte rendendoli semplicemente possibili. La Fondation Bru è attiva in molti e diversi settori: arti e patri­monio, formazione e ricerca. Impegnata, profondamente umanista, antesignana, a immagine della famiglia di ricercatori e imprenditori di cui porta il nome, pone l'umanità al centro delle sue azioni.

www.fondation-bru.org

LA SEDE: IL PALAZZETTO BRU ZANE

Palazzetto veneziano del XVII secolo, il casino Zane era, in origine, un luogo di divertimento dedicato alla musica. Dal 2009 è sede del Palazzetto Bru Zane — Centre de musique romantique francaise che ha la vocazione di far riscoprire opere poco note e compo­sitori dimenticati del ricco patrimonio musicale francese del grande Ottocento.

Durante la Biennale d'Arte a Venezia, la Fondation Bru invita un fotografo a esporre le sue opere in questo palazzo dal fascino discreto. Il ciclo di mostre fotografiche è stato inaugurato nel 2015 con Couleurs di Gilles Caron, nell'ambito del sostegno del Palazzetto alla Fondation Gilles Caron, poi con Listen, di Rhona Bitner, una cartografia della storia della musica «Rock» gli Stati Uniti e nel 2019, con Venise, Reynaldo Hahn – Marcel Proust – Mariano Fortuny, una scoperta di fotografie di Venezia alla fine dell’ Ottocento, tra cui alcune di Marcel Proust e Reynaldo Hahn.

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