30 Maggio 2019

“Maestri”

di Redazione Cralt Magazine
Ad Illegio “saranno protagonisti i veri grandi maestri della nostra vita”

Ognuno di noi nella sua vita ha incontrato dei maestri, che hanno lasciato in noi un segno incancellabile e hanno piantato nella nostra memoria una fiaccola che resta accesa anche noi momenti di grande buio; senza l'incontro con queste persone, non saremmo quello che siamo.

Ognuno di noi nella sua vita ha, a propria volta, la possibilità, ed anche il dovere, di essere – pur senza presunzione – maestro per qualcun altro, che ci è stato affidato o che si affianca a noi, al quale trasmettere quel che abbiamo imparato non solo nel campo delle nostre attività ma anche più in generale: un vero maestro insegna a vivere!

Non esiste comunità né disciplina né mestiere né arte e nemmeno alcun cammino spirituale verso Dio senza i suoi maestri e i suoi discepoli, senza chi trasmette e accompagna e chi apprende. La trasmissione del sapere, del saper essere, del saper giudicare e del saper fare ha più conseguenze sullo sviluppo dell'umanità rispetto a quante ne abbiano le innovazioni tecnologiche o la crescita economica.

La trasmissione della sapienza è futuro, il resto è attrezzatura: senza sapienza, non produce che confusione. Vivendo in un'epoca che trascura molto la categoria della sapienza, esaltando una non precisata idea di esperienza, e nella quale talvolta sembra persino che ci si vanti di non avere fiducia di maestro alcuno, di aver accartocciato il foglio vecchio dell'eredità passata gettandolo dietro la schiena per scrivere pagine totalmente nuove, di voler giungere alle massime responsabilità senza bisogno del percorso ascetico dello studio e della progressiva iniziazione alle realtà complesse... rivalutare l'importanza dei maestri di ogni genere e in ogni campo della vita ci pare un servizio fatto alle persone e all'intelligenza.

Oltretutto, nello specifico campo della scuola, in senso ampio – da quella dell'infanzia fino all'università – i maestri e i docenti sono in particolare i custodi di un'opera delicatissima e importantissima per la vita di chi gli viene affidato, eppure molti, che ci mettono una competenza raffinata e tutto il cuore possibile, sperimentano la poca considerazione in cui è tenuta la loro missione, anche dalle Istituzioni, e la fatica grande a trovare alleanze educative efficaci con tutti quelli che dovrebbero cooperare "all'allevamento dell'umanità di alto valore", per così dire. Ecco perché Illegio ha voluto concentrare l'attenzione su questo tema, nel quale tutti noi possiamo ritrovare tratti della nostra vita, ricordarci alunni col grembiulino o compagni affascinati da un maestro che ci avrebbe portati nei mondi più fantastici, o apprendisti affiancati da qualche amico che non ha considerato un tesoro geloso la sua abilità e, prendendoci in simpatia, ci ha aiutati ad imparare a nostra volta.

È una commozione ricordare tutto ciò, ed è fonte di ispirazione perché ci spinge a saper essere a nostra volta maestri veri e seri.

Comitato San Floriano
Organizzatore della mostra, curata da don Alessio Geretti, è il Comitato di San Floriano, che dal 2004 realizza le mostre internazionali ad Illegio, oltre ad altre mostre in Italia, a Bruxelles e presso la Santa Sede. Così, nel piccolo paese di Illegio, antico borgo incastonato tra i monti della Carnia, di soli 360 abitanti, sono transitati in questi anni circa 350 mila visitatori. ILLEGIO – Si è periferia soltanto dove si vuole esserlo. Le mostre come provocazione spirituale e strategia di sviluppo. Illegio è un borgo alpino di 360 abitanti in Carnia, Friuli Venezia Giulia, raccolto in una conca circondata da una corona di monti a 700 metri d’altitudine. Negli ultimi anni il paese, nel quale si intrecciano arte, storia, tradizione, archeologia, spiritualità e natura, insieme a sapori e profumi, grazie alle annuali mostre d’arte ha coinvolto 300 prestatori – tra essi, i massimi musei del mondo – e offerto il fascino di 1000 opere richiamando, dal 2004 a oggi, circa 350 mila visitatori e raggiungendo una fama di respiro europeo, accompagnata da costante successo di critica e stampa. Un piccolo miracolo, di cui gli stessi abitanti sono i protagonisti, ha trasformato Illegio da periferia di montagna, dove termina la strada che vi sale, in una splendida meta di bellezza e in un caso interessante di impresa culturale e di proposta spirituale. Un gruppo di giovani del luogo, preparati sui versanti artistico e teologico, accompagnano tutti i visitatori mettendo a disposizione le chiavi di lettura dei gioielli d’arte esposti e decodificando il loro affascinante simbolismo.

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