10 Aprile 2025

La nostra visita a Piana degli Albanesi

di Giovanni Corsaro
Arrivando nel centro, abbiamo notato che la toponomastica è in due lingue: italiano e arberesh

Il Collegio della Sicilia con l'inizio della primavera organizza nuovamente le visite culturali giornaliere sul territorio, valorizzando gli aspetti storici,culturali, naturalistici ed enogastronomici; Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, ne è una suggestiva e completa miscela.

L'attività che abbiamo effettuato il 6 aprile ci ha permesso di conoscerli ed apprezzarli, fin dall'inizio della visita , presso il piazzale di Portella della Ginestra, da dove si può intraprendere il percorso naturalistico della riserva della serre della Pizzuta ed osservare la relativa area, incluso il lago sottostante a Piana degli Albanesi.

Portella della Ginestra, però deve la sua notorietà per un tragico fatto, che ha segnato la storia, infatti qui nel 1947 avvenne avvenne il massacro su una folla di contadini che con relative famiglie si erano riuniti in occasione del primo maggio; ad oggi sebbene sia passato del tempo è bene ricordarlo nella memoria collettiva.

Questo memoriale ( in cui abbiamo fatto delle foto di gruppo) è stato visitato e continua ad esserlo da vari gruppi e scolaresche, ma anche dalle massime autorità , tra gli altri ricordiamo i vari Presidenti della Repubblica venuti fin qui, per tramandarne la memoria

Arrivando nel centro, abbiamo notato che la toponomastica è in due lingue: italiano e arberesh ( l'antico albanese), infatti questa comunità fu fondata dagli albanesi che nel medio evo, a seguito dell'avanzata dei turchi, andarono via, per rifugiarsi in Italia meridionale ed in Sicilia.

Negli anni si sono sempre più integrati in questi nuovi territori, di fatto molte delle loro tradizioni e culture sono scomparse, però in alcune località come a Piana degli Albanesi, hanno avuto la costanza di mantenerle vive, infatti qui gli abitanti,oltre l'italiano, parlano tra di loro prevalentemente in arbereshe , la cui lingua è stata riconosciuta una da legge nazionale a tutela del bilinguismo.

Le loro tradizioni , non si limitano a questo , ma investono anche il loro vivere ed in particolare la religione che è greco bizantina, però adattandosi alla religione cattolica italiana, infatti si riconoscono nell'autorità papale, però localmente ci sono l'eparca ( che è un vescovo ) ed i vari papas ( sacerdoti) e le chiese con relative funzioni si richiamano a quelle greche bizantine.

I loro abiti tradizionali ed in particolare quello della sposa, hanno suscitato particolare interesse, infatti trattasi di un abito, spesso tramandato da madre in figlia, fatto manualmente con diversi ricami in oro; altresì ci è stata sapientemente e brillantemente spiegato come avviene il loro matrimonio, alquanto toccante e suggestivo.

L'antico quartiere Sheshi,situato nella parte alta del centro storico, che da alcuni decenni era in una fase di decadenza e svuotamento, adesso stà rinascendo, grazie ai lavori su diversi immobili per rivalutarli e principalmente per i grandi murales che si stanno disegnando su queste mura, legati alla tradizioni e storie locali

L'enogastronomia è di qualità e legata al territorio, il pane è preparato con procedimenti tradizionali che lo rendono con un sapore caratteristico, ma il "cult" di Piana degli Albanesi è il cannolo, che si differenzia dagli altri, sia per la cialda che per la ricotta, con un gusto di altissimo livello; tra i vari riconoscimenti del cannolo locale, oltre a quella della stampa nazionale, vi è anche un articolo del New York Times sul bontà ed unicità del cannolo di Piana degli Albanesi.

A completare la giornata vi è stato il pranzo, presso l'attiguo agriturismo "Valle Himara", dove abbiamo ben mangiato, degustando le pietanze locali e naturalmente concludendo il famoso cannolo.

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