La cripta di Santa Maria Maggiore, situata nel quartiere di San Vito all'Esquilino a Roma, è uno dei luoghi meno conosciuti ma più affascinanti della città eterna. Nonostante l'imponente basilica di Santa Maria Maggiore sovrasti l'area e attragga milioni di visitatori ogni anno, la cripta e l'area archeologica sottostante offrono un affascinante viaggio nella storia antica e medievale di Roma, che pochi turisti conoscono.
Le origini di Santa Maria Maggiore
La Basilica di Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma e la più grande chiesa dedicata alla Vergine Maria nella città. La sua costruzione risale al V secolo, durante il pontificato di Papa Sisto III (432-440), subito dopo il Concilio di Efeso, che proclamò Maria come Theotokos, ovvero "Madre di Dio". Tuttavia, sotto la chiesa attuale si nasconde un'intera area archeologica che racconta storie di epoche precedenti.
La cripta e il suo significato
La cripta di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come la Cripta della Natività o la Cripta di Betlemme , si trova sotto il presbiterio della basilica e ospita preziose reliquie legate alla tradizione cristiana. Secondo la tradizione, qui sarebbero conservati frammenti della mangiatoia di Gesù, portati a Roma nel Medioevo. Questi reperti, chiamati "Culla di Gesù", sono custoditi all'interno di un reliquiario d'oro e cristallo realizzato dal celebre orafo Giuseppe Valadier. La cripta è decorata con splendidi marmi e mosaici che risalgono all'epoca medievale, contribuendo a rendere questo luogo uno spazio di devozione e spiritualità profonda.
Accanto alla cripta, l'area archeologica di San Vito all'Esquilino offre uno spaccato ancora più antico della storia di Roma. L'Esquilino, una delle sette colline su cui fu fondata la città, è stato abitato fin dall'epoca repubblicana e imperiale, e sotto la basilica si trovano le tracce di questa antica vita.
L'area archeologica: testimonianze dell'antica Roma
Sotto la basilica e nei dintorni di San Vito all'Esquilino, gli scavi archeologici hanno rivelato resti di abitazioni, strade e strutture funerarie risalenti all'epoca romana. Parte di quest'area archeologica comprende anche i resti di antichi acquedotti e strutture idrauliche che servivano la città. Tra i ritrovamenti più importanti ci sono le testimonianze dell'antico acquedotto di Anio Novus , costruito nel I secolo dC, una delle principali opere idrauliche che garantivano l'approvvigionamento d'acqua alla città di Roma.
L'area archeologica sotto la basilica, per quanto relativamente poco accessibile al pubblico, rappresenta una delle testimonianze più significative dell'antica stratificazione della città. La sovrapposizione di strutture cristiane su resti pagani e di epoca imperiale riflette perfettamente la continua evoluzione urbana e religiosa di Roma, che ha vissuto passaggi epocali dalla Roma pagana alla Roma cristiana.
Tra storia e spiritualità
La cripta e l'area archeologica di Santa Maria Maggiore offrono non solo uno spaccato sulla storia cristiana di Roma, ma anche uno sguardo unico sul passaggio dall'antichità all'epoca medievale. È un luogo dove il sacro e il profano si intrecciano: la devozione cristiana si fonde con le antiche testimonianze della vita romana, creando uno spazio di grande valore storico e spirituale.
La visita a questo sito, ancora poco frequentato dai flussi turistici di massa, permette di esplorare un angolo nascosto della città, dove la storia sembra stratificarsi, proprio come i diversi livelli della basilica e della cripta stessa. Passeggiare in questi luoghi permette di immergersi in un'atmosfera di raccoglimento e contemplazione, un viaggio nel tempo che porta il visitatore a riflettere sulle radici profonde della civiltà romana e cristiana.
Foto da: Roma: “San Vito all’Esquilino e i sotterranei” (touringclub.it)
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