È la sensazione che hanno provato i partecipanti in visita all’ ACQUARIO STORICO di Napoli, riaperto l’8 giugno del 2021 nella Giornata Mondiale degli Oceani, chiuso dal 2015 per il restauro necessario per l’ammodernamento delle vasche espositive.
Il 26 marzo, infatti, ci siamo immersi nella storia e leggenda di questo luogo, a due passi dalla Villa Comunale scoprendo quelle biodiversità presenti nel nostro golfo.
Entrare nell’Acquario storico di Napoli, fondato nel 1872 ed aperto al pubblico nel 1874 significa salire su una macchina del tempo per scoprire il sogno del suo fondatore, lo zoologo Anton Dohrn che voleva diffondere la conoscenza del mondo sottomarino.
Dohrn, sostenitore delle nuove teorie darwiniane, in seguito ad alcuni soggiorni di studio lungo le coste del Mediterraneo, avvertì il desiderio di un luogo dove poter studiare le specie marine. Era convinto di poter realizzare il suo progetto solo se oltre al centro di ricerca fosse stato costituito un acquario pubblico.
Rispetto agli altri acquari presenti nel mondo, quello di Napoli potrebbe sembrare meno spettacolare, ma è proprio la sua struttura architettonica e i criteri di esposizione degli animali a renderlo particolare.All’ingresso dell’Aquarium siamo stati accolti da un biologo marino che ci ha mostrato e raccontato le meraviglie presenti nel nostro mare, catturando l’interesse di tutti i partecipanti.
La forma a ferro di cavallo con 19 vasche, 9 habitat diversi del Mediterraneo, 200 specie animali e vegetali per un totale di 180 metri cubi di acqua ci ha permesso di esplorare al meglio il mondo marino. Come i ricercatori, gli scienziati, gli studiosi di tutto il mondo che nel tempo sono giunti a Napoli per studiare dal vivo gli animali nel loro habitat naturale, ci siamo ritrovati anche noi faccia a faccia con le creature marine che popolano l’Aquarium.
Il viaggio intrapreso ci ha condotto pian piano dalla superficie alla profondità marina facendoci scoprire le bellezze presenti dalla costa al mare aperto. Nonostante il suo aspetto antico, la penombra, l’atmosfera e la vista dei pesci hanno dato ai bambini la sensazione di trovarsi in un luogo magico, come quello dei fondali marini del film della Disney Ariel.
Interessante è stato il munerario, cioè le strutture di allevamento delle murene (murenari) ideati dagli antichi romani e ben conservati nell’area archeologica sommersa di Gaiola a Capo Posillipo. Di particolare interesse è stato anche ammirare il polpo nella sua vasca ed assistere alla sua “danza”.
I suoi movimenti fluttuosi grazie ai suoi tentacoli, ha tenuto incollati i piccini alla vasca mentre ascoltavano le spiegazioni del biologo in merito allo straordinario antico organismo ed alla sua intelligenza simile a quella dei mammiferi, il cui ciclo di vita dura appena anni.
Accanto ai comuni pesci (spigole, orate, marvizzi vari) ce ne sono alcuni di particolare interesse perché considerati in via di rarefazione. La visita all’Aquarium è stata spettacolare non solo per la varietà di pesci presenti, affascinanti per gli splendidi colori di alcuni di essi, ma anche per l’habitat naturale ricostruito in modo che tutti gli animali marini possano trovare un ambiente confortevole e protetto.