Tour de France di Robert Capa e altri fotografi della Magnum, questo il titolo della grande mostra, organizzata dal CRAF_Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia con Suazes e Magnum Photos, nella sede di Palazzo Tadea a Spilimbergo, in collaborazione con la Regione FVG, Comune di Spilimbergo, con il sostegno della Fondazione Friuli e il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine. L’esposizione si inaugurerà sabato 6 luglio alle ore 18 nel Palazzo la Loggia in p.zza Duomo.
L’occasione è quello di celebrare un avvenimento unico: La partenza del Tour de France 2024 dall’Italia, una prima tappa il 29 giugno da Firenze per raggiungere Rimini, per poi proseguire per altre tre tappe “italiane” che attraverseranno l’Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte per poi ricondurre la Grande Boucle in territorio francese. Sarà l’occasione per celebrare due figure leggendarie del ciclismo italiano, che il Tour l’hanno vinto in epoche diverse, Gino Bartali (1948) e Marco Pantani (1998), ma contempla anche la presentazione di un grande italiano delle due ruote, che il Tour lo vinse per ben due volte, nel 1924 (quest’anno il centenario della vittoria) e 1925: Ottavio Bottecchia, “el furlan de fero”.
L’esposizione composta da oltre 80 immagini dei maestri della celebre agenzia fotografica Magnum, esplorano la dimensione umana di questa pratica sportiva che fa del ciclismo uno degli sport più popolari e amati. Raccontando le epopee dei campioni e delle grandi manifestazioni internazionali, Tour de France in primis, ma anche la quotidiana, straordinaria umanità di campioni e del grande pubblico che ai bordi delle strade e al traguardo li sostiene, immedesimandosi con loro e con il loro impegno.
Sudore, fango, tenacia, imprese di uomini che macinano chilometri misurandosi innanzitutto con sé stessi, la propria forza e i propri limiti. Colpiscono le immagini di uomini stremati, che letteralmente crollano sull’asfalto o sul pavé appena superato il traguardo, la partecipazione emotiva dei loro sostenitori, l’indifferente serenità di una mandria che continua a brucare mentre gli umani sembrano impazzire per l’impresa del loro campione.
La spettacolare sequenza di immagini in mostra è aperta da una serie, poco nota, di fotografie realizzate da Robert Capa nel 1939 quando venne incaricato dalla rivista “Match” di seguire il Tour de France di quell’anno. Fotografie dove l’attenzione si sposta prevalentemente nella partecipazione del pubblico alla corsa, cogliendo sguardi ed equilibri compositivi. Un’altra serie raccoglierà foto realizzate da Guy Le Querrec nel Tour de France del 1954; all’epoca il fotografo aveva solo 13 anni e si trovava in Bretagna per passare le vacanze estive e dove, in quell’edizione, passava la celebre corsa ciclistica. Circa 30 anni dopo, nel 1985, il fotografo venne invitato a seguire la squadra ciclistica della Renault-Elf durante gli allenamenti invernali; in questa stagione scattò fotografie del campione Laurent Fignon e seguì il campionato di ciclocross.
Il percorso proseguirà con fotografie Christopher Anderson dedicate al ciclista Lance Amstrong nel 2004 che suggeriscono il triste epilogo della carriera di questo sportivo per doping. Una sezione sarà dedicata agli spettatori con i loro riti con foto di Mark Power, Robert Capa, Harry Gruyaert e Richard Kalvar. Poi le immagini realizzate dal fotografo francese Harry Gruyaert nel Tour del 1982 e una sezione dedicata ai velodrom, con immagini di René Burri, Stuart Franklin e Raymond Depardon.
Il fotografo italiano Alex Majoli sarà presente con delle fotografie dedicate al celebre produttore di bici milanese Alberto Masi con sede del suo laboratorio sotto le curve del Velodromo Vigorelli. Infine una selezione di immagini di Peter Marlow dedicate a frammenti di quotidianità dei corridori impegnati nel giro della Bretagna nel 2003. Il progetto vuole indagare, attraverso lo sguardo di celebri fotografi di Magnum, la dimensione umana di uno degli sport più seguiti dal grande pubblico.
Scegliere la sensibilità degli autori di questa agenzia permette di andare oltre alle gesta sportive, e porre l’attenzione sulle alchimie del ciclismo, l’unico sport, come ripeteva Gianni Mura, dove “chi fugge non è un vigliacco”.
La mostra che chiuderà i battenti domenica 29 settembre (da martedì a venerdì 14.00-20.00 e sabato domenica 11.00-20.00 con ingresso gratuito) sarà accompagnata da un catalogo curato da Alvise Rampini e Marco Minuz, edito da Silvana Editoriale.