Si tratta di percorso ad anello, tranquillamente percorribile in mezza giornata, che normalmente viene accoppiato alla visita alla Miniera di Gambatesa, punto di partenza del nostro percorso.
Percorrendo questo sentiero, saranno sufficienti pochi minuti per capire l'origine del toponimo 'Bossea': questo monte è infatti ricoperto da una bosseta, una formazione vegetale arbustiva dominata dal Bosso (Buxus sempervirens), assai rara in natura. Il bosso è infatti un 'relitto del Terziario', ovvero una pianta che durante l'era terziaria era molto più diffusa di adesso a motivo del clima più caldo, al cambiare del quale, nelle epoche successive, è regredito fino a sparire, ma che qui è sopravissuto grazie a particolari condizioni favorevoli. Il substrato dell'area infatti ne ha favorito la sopravvivienza: le ofioliti, rocce dalle caratteristiche mineralogiche del tutto particolari (ricche di metalli pesanti, tossici per la maggior parte della vegetazione) hanno offerto al bosso -che ben tollera queste sostanze- la possibilità di crescere 'indisturbato' dalla concorrenza delle altre piante, invece non in grado di sopravvivere in un ambiente così ostile.
Purtroppo dal 2016 la nostra bella bosseta sta subendo un danno molto elevato a causa del bruco del lepidottero Piralide del Bosso (Cydalima perspectalis). La Piralide, originaria dell'Asia, ghiotta delle foglie di Bosso si è purtroppo diffusa in Europa fin dal 2007; in Italia è stata segnalata in 7 regioni. Rispetto ai paesi d'origine, in Europa non ha nemici naturali e si può diffondere incontrastata con diverse generazioni all'anno. In Liguria ha intaccato interi bosseti naturali, colpendo ben 6 siti di interesse comunitario a cavallo fra La Spezia e Genova, compromettendone gli habitat a bosso. Nel 2018, nell'ambito del Progetto Interreg Marittimo ALIEM, il Parco in collaborazione con l'Università di Genova e ARPAL, ha posizionato in questa zona diverse trappole 'a feromoni' (che attirano il maschio della specie, contribuendo a diminuire il tasso riproduttivo della specie) per cercare di combattere e fermare l'invasione di questo lepidottero nocivo.
Torniamo al nostro
Sentiero Natura attorno che ha ben altro da offrire: ambienti rupestri con flora specializzata, aspetti legati alla fauna e alla particolare flora delle serpentiniti, peculiarità geologiche e mineralogiche o legate alla tradizionale opera dell'uomo. Arrivati in vetta si godrà di un bel panorama < /a>a 360°, da cui è possibile spaziare dalle vette dell'
Appennino al
Mar Ligure, con una bella vista sul
Golfo del Tigullio, fino al
Promontorio di Portofino. Sulla cima sono posizionate 2 tavolepanoramiche.
Foto tratta da www.parks.it