Roma, la suggestiva atmosfera di un quartiere fatato: il quartiere Coppedè, che poi non è affatto un quartiere ma si trova nel quartiere Trieste ed è un complesso composto da diciotto palazzi e ventisette tra palazzine ed edifici e prende il nome dall’architetto Gino Coppedè che ne fu il progettista.
Spiccano nel complesso certamente i Villini delle Fate decorati con animali da bestiario e figure di fiaba. “Il primo corpo a sinistra consta di una quadrifora tra i ritratti di Petrarca e Dante. Una firma con data 1954 è da ritenersi verosimilmente ad un restauro. Al piano rialzato vi è una finestra con due colonnette un dipinto con festone e putti ed una decorazione a rilievo rappresentante un'ape.
Il secondo corpo consta di una serie di tre finestre separate da piccole colonne. Al secondo piano vi è un dipinto rappresentante Firenze con la scritta «FIORENZA BELLA». In un angolo vi è una decorazione di un personaggio a cavallo. Il piano consta di un arcone con dei rilievi di api e degli stemmi. Sotto la loggia vi è una decorazione con un falconiere ed un falcone.
Il terzo corpo costa di una torretta con festoni e putti. Sotto una bifora vi è un orologio con motivi zodiacali. In basso vi è uno stemma con un biscione. Al secondo piano vi è un dipinto con una scena di una processione con monache e frati francescani. All'angolo vi è una scala d'accesso con loggiato. Nel loggiato vi è una decorazione con angeli”.
Vi sono, però, moltissimi altri palazzi nella zona da nomi evocativi come il Palazzo degli Ambasciatori o il Palazzo del Ragno. Un luogo che fa da sfondo per una ‘passeggiata fantastica’ dove cultura e fantasia si coniugano. C’è da sottolineare come tutti i palazzi e gli ambienti progettati dall'architetto Coppedè sono permeati da una visione moderna a partire dalla suddivisione delle zone giorno e notte, alla rivisitazione degli spazi, alla cura delle finiture con le decorazioni dei vari ambienti: mosaici nei bagni, soffitti a cassettoni, caldaie in rame, cucine con lavatoi in marmo, citofoni e garage.
La dimensione fantastica e onirica di questo luogo è entrata dritta dritta nel mondo della celluloide ed ha ispirato più di una pellicola: decisamente ammaliato il regista horror Dario Argento che lo ha utilizzato come location di due tra i suoi più famosi lungometraggi: “Inferno” e “L’uccello dalle piume di cristallo”, ma anche scene di altri film sono state girate qui come “Il profumo della signora in nero” di Francesco Barilli, “Ultimo tango a Zagarolo” di Nando Cicero e “Audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy con Vittorio Gassman.