La Comunità Sant’Egidio, attuale “compagna di strada” del Cralt in una delle attività di solidarietà del Circolo, ha organizzato a Berlino nel giorni dal 10 al 12 settembre un incontro internazionale dal titolo certamente non equivoco: “l’audacia della Pace”.
Proprio in un luogo simbolo del conflitto e della separazione fra le persone ed in quest’epoca – fino ad ieri inimmaginabile- di guerra e di affievolimento del concetto stesso di speranza, è accaduto che leader religiosi di diverse fedi, uomini di cultura e diplomatici di varie Nazioni, leader politici autorevoli (un nome per tutti: il Presidente della Repubblica Federale tedesca) si siano incontrati ed abbiano cercato assieme una via d’uscita da questa quotidiana palude di morte che sembra non finire mai: il Cardinal Zuppi rifletteva amaramente come “ in un mondo in cui tutto va veloce, solo la fine della guerra sembra lenta”.
Se la pluralità di riflessioni sui temi delle emergenze sanitarie in corso, dei diritti dei minori, delle sfide sul clima e sull’intelligenza artificiale nonché le testimonianze in prima persona su guerra e migrazioni sono disponibili sulla rete e offrono a ciascuno una grande ricchezza di spunti, in particolare in un meeting sono riecheggiati argomenti da tempo presenti all’interno del nostro Circolo. L’incontro si intitolava “Come passare dall’Io al “Noi”, una strada possibile”, ad indicare la necessità di orientare i comportamenti di ciascuno dalla sfera dell’Egoismo a quella dell’Altro, di chi ha bisogno anche se è esterno al nostro ambiente, al “nostro recinto escludente”.
Stando sempre attenti a mantenere i piedi ben piantati per terra e continuando ad agire a testa bassa per far accadere le cose, forse non sono poi così diverse le motivazioni che ci hanno spinto a realizzare l’evento Insieme si può (che per il settimo anno punta all’inclusione delle persone con diversa abilità e delle loro famiglie in un contesto di svago ed accoglienza) e – per ricordarne solo alcuni- i progetti Uomini che aiutano altri uomini (con la creazione di assistenza e presidi sanitari per le popolazioni del Mulagi, ai margini della foresta equatoriale ugandese) e Insieme per ripartire (per il contrasto alla povertà dei singoli e dei nuclei familiari in condizioni di fragilità economica e sociale aggravate dall’emergenza sanitaria). Analoghe, infine, sono le finalità che ci hanno spinto a garantire nel 2022 un soggiorno estivo a 50 profughi dell’Ucraina (prevalentemente famiglie con bambini piccoli) e quest’anno ad altri 50 rifugiati scappati da Paesi in guerra del Medio Oriente ed arrivati in Italia attraverso corridoi umanitari.
Verso quindi questa direzione dovremo continuare a muoverci, per ricostruire il senso del bene e di un destino comune fra le persone, al di là della fortuna che abbiamo avuto - senza alcun merito- di nascere dalla parte privilegiata del mondo.