L'acqua, insieme al fuoco, è l'elemento arcaico per eccellenza e a Napoli poi assume una valenza tutta particolare. Una città di mare come quella partenopea non può non avere scritto nel DNA un rapporto simbiotico con questo elemento anchestrale.
Non solo il mare, però. Si dice che il caffè a Napoli sia così buono per l'acqua che viene utilizzata; sarà vero? Chi può dirlo. Di sicuro Napoli annovera in superficie ma, soprattutto, nelle cavità sotterranee che ne caratterizzano il territorio, una serie di acquedotti storici che ancora oggi non smettono di stupire.
Alcuni magari non hanno più la funzione vitale di un tempo, quella di portare l'acqua ai cittadini, ma rimangono ad imperitura memoria nella loro valenza storica, architettonica ed archeologica addirittura.
Un viaggio unico nelle viscere di una città millenaria nato dalla collaborazione tra ABC (Acqua bene comune), l’associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus, il Mann e l’Osservatorio Vesuviano.
Il percorso si snoda nel sottosuolo per circa un chilometro tra cisterne, cunicoli e pozzi, dell’antico acquedotto della Bolla, accessibile a tutti grazie ad un ascensore interamente in vetro che scende tra le pareti di tufo fino a -35 metri.
Giochi di luci e colori animano il Decumano Sommerso dove è possibile vedere ed ascoltare lo scroscio dell’acqua che alimenta la “Cisterna dell’anguilla“ e la “Sala delle Onde”.
Le «grappiate», piccole cavità che i pozzari utilizzavano per pulirle e reperti tematici del MANN arricchiscono il percorso di visita, adatto anche ai claustofobici grazie agli ampissimi spazi, che si completa con la Chiesa di Santa Maria Maggiore detta della Pietrasanta, lì dove un tempo sorgeva in epoca Romana un maestoso tempio romano dedicato alla dea Diana, divinità femminile, che concedeva alle sue devote parti poco dolorosi.
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Foto da: www.napolidavivere.it