Gioconda a parte, provate a pensare all’opera più famosa di Leonardo da Vinci. Scommettiamo che alla maggior parte di voi è venuta in mente l’Ultima Cena - il cosiddetto Cenacolo.
D'altronde, la grandiosa opera di Leonardo è da sempre una delle più visitate in Italia: nel 2017 è stata ammirata da 416.337 visitatori, risultando il 16° sito museale più visitato del Paese (l’ingresso è a numero chiuso, peraltro, quindi i numeri non potrebbero aumentare di molto).
Che cosa stupisce dell’Ultima Cena, capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale?
Innanzitutto le dimensioni: l’opera misura 880 cm di lunghezza e 460 cm di altezza. Quando si entra nell'ex-refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano si rimane stupefatti di fronte alla sua imponenza, anche perché la stanza è volutamente spoglia e semplice: l’attenzione è tutta sul dipinto. Poi, sorprendono le condizioni precarie del dipinto: si sa, Leonardo utilizzò una singolare tecnica sperimentale per realizzare l’opera (tempera grassa e altri leganti oleosi su intonaco) e già pochi anni dopo il 1495-98 l’Ultima Cena iniziò a rovinarsi.
Il Cenacolo è stato protagonista di uno dei più lunghi restauri della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all'avanguardia del settore. E poi, stupiscono le figure, la composizione, lo sfondo, ci sono mille particolari da guardare. Va da se: una volta nella vita, ogni italiano dovrebbe visitare il Cenacolo e ripassare dal vivo i manuali di storia dell'arte.
L’Abbazia di Chiaravalle
Una delle più grandi abbazie che sorgono a Sud di Milano, un complesso monastico cistercense di grande importanza spirituale, storica e artistica, nonché caposaldo dello sviluppo agricolo della Bassa Milanese.