30 Ottobre 2018

Il castello e le Terme di Baia

di Redazione Cralt Magazine
Una visita che è molto di più, a Baia non ci si avvicina solo alla storia millenaria di cui è portatrice ma ci s'incastona in quella splendida cornice naturale che è tutto l'ambito territoriale dei Campi Flegrei

Il Cralt organizza una visita al Castello Aragonese di Baia, complesso architettonico di grande rilievo storico ed artistico e meravigliosa vista sul Golfo, oggi sede del museo archeologico che conserva reperti provenienti da Miseno, Baia e Pozzuoli.

A seguire l’antica Baiae, famosa per la presenza di acque termali e per la bellezza dei paesaggi, che fu luogo di villeggiatura e di riposo dell’aristocrazia romana. Il suo parco archeologico, infatti, racchiude i resti di residenze patrizie e di impianti termali, quali la “Villa dell’Ambulatio”, le “stanze di Venere” ed i cosiddetti settori di Mercurio e della Sosandra.

Breve storia del Castello
l Castello Aragonese sorge a Baia, frazione di Bacoli, ed è situato in un'area di notevole importanza strategica, fu eretto su di un promontorio (51 m s.l.m.) naturalmente difeso a est da un alto dirupo tufaceo a picco sul mare, e a ovest dalla profonda depressione data dalle caldere di due vulcani chiamati "Fondi di Baia" (facenti parte dei Campi Flegrei); con l'aggiunta di mura, fossati e ponti levatoi, il castello risultava praticamente inespugnabile.La costruzione del castello fu avviata dagli Aragonesi - insieme a numerose altre fortificazioni nel Regno di Napoli - nel 1495, poco prima dell'invasione dei francesi di re Carlo VIII. Per la progettazione del sistema difensivo e delle singole fortezze, il re Alfonso II d'Aragona si servì della consulenza di Francesco di Giorgio Martini, architetto senese, rinomato per le nuove tecniche e le soluzioni da lui applicate a difese militari.Dopo l'eruzione del Monte Nuovo, nel generale programma di difesa delle coste dalle incursioni saracene e turche, il viceré spagnolo Pedro Álvarez de Toledo avviò una radicale ristrutturazione e ampliamento del castello.Gravemente danneggiato nella guerra che contrappose gli austriaci ai Borbone (1734), fu restaurato e ulteriormente fortificato dal re Carlo III di Borbone. Durante la Repubblica Partenopea (1799) una flotta inglese tentò, ma inutilmente, di strapparlo ai francesi e ai repubblicani napoletani che lo presidiavano.
Dopo l'unità d'Italia (1861), per il castello subentrò un periodo di lenta decadenza e d'inesorabile abbandono. Nel 1927 lo Stato ne dispose la concessione - con diritto di godimento perpetuo - al Reale orfanotrofio militare.Durante la seconda guerra mondiale il castello fu utilizzato come carcere militare e come soggiorno per prigionieri di guerra.L'orfanotrofio militare rimase fino al 1975, anno in cui l'ente fu sciolto. Passato quindi alla Regione Campania, in occasione del terremoto dell'Irpinia del 1980 il castello fu occupato parzialmente per alcuni anni da famiglie terremotate. Nel 1984 è stato definitivamente consegnato alla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta perché diventasse sede del Museo archeologico dei Campi Flegrei.

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