Il turismo non è solo una voce del Pil.
Per l’Italia è uno dei motori della crescita non solo grazie alle eccellenze artistiche ma al valore aggiunto del ticket “solidarietà e sicurezza” che ha messo finora il Paese al riparo dal terrorismo. I ministri degli Esteri e dei Beni Culturali Angelino Alfano e Dario Franceschini, presentando alla Farnesina le ‘linee guida’ del Piano strategico 2017-2022, concordano sul “ruolo essenziale” del settore che rappresenta il 12% del Pil e il 13% dell’occupazione, ma anche sulle ragioni che ne hanno determinato la crescita e sul suo ruolo sociale inclusivo.
Il rischio zero non esiste
Anche se “il rischio zero non esiste – ha ricordato Alfano – siamo uno dei pochi Paesi al mondo che è riuscito a coniugare solidarietà e sicurezza non solo mettendoci dalla parte giusta della storia ma anche creando così un ambiente favorevole al turismo, che ha una anche una valenza aggiuntiva”.
Per Franceschini, la vera sfida è quella di “governare la crescita”. E anche se l’Italia non è più al primo posto tra le mete mondiali del turismo, come avveniva per esempio negli anni ’50, i “numeri si fanno col fatturato e non con la classifica”. Di qui la necessità di “un’altissima qualità dei servizi” che attirino un turismo di élite e non solo quello ‘mordi e fuggi’.
Innovazione, sostenibilità, competitività
Innovazione, sostenibilità, competitività sono i principi guida del Piano, elaborato congiuntamente da governo, comuni, regioni, privati e che per la prima volta ha avuto dal parlamento un’approvazione ben più larga della maggioranza. Le linee strategiche, ha spiegato ancora Franceschini, puntano a un turismo sostenibile “fatto di persone che vengono in Italia per cercare l’eccellenza ma anche per rispettare le fragilità”, come quelle dei centri storici di Venezia o Firenze. Ma niente ingressi a pagamento, “ci mancherebbe altro”. Sì invece a nuove tecnologie come “regolatori di afflussi non visibili” che consentano di proteggere l’ambiente e, dato non secondario oggi, dare una mano a garantire la sicurezza.
Il Piano Strategico del Turismo
“Per troppo tempo – ha commentato il coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Giovanni Lolli – in Italia ci siamo cullati, affidandoci esclusivamente al valore immenso del nostro patrimonio artistico e naturale conosciuto in tutto il mondo e non abbiamo costruito una politica di promozione adeguata. Il Piano Strategico del Turismo crea una radicale discontinuità con questo atteggiamento del passato. Si inaugura una stagione in cui tutti i protagonisti insieme decidono di rivitalizzare il settore dando una strategia al sistema turistico italiano. Lo ha fatto lo Stato, coinvolgendo tutti i ministeri interessati e lo hanno fatto le Regioni, che hanno in questa materia competenze fondamentali affidate loro dalla Costituzione e che intendono esercitare in squadra con lo Stato e con la rete dei Comuni, in un’ottica più stringente e più condivisa”.