A questo punto l’autore torna indietro nel tempo e ci mostra Diego ragazzino, in continua rivalità con suo fratello maggiore Franco per conquistare l’amore del padre; egli si sente non considerato, quasi invisibile, perché non riesce a compiacere il genitore. Tutto cambia quando Diego prova l’impulso di suonare la chitarra, dopo averne trovata una nello studio del padre, ex musicista - «Seduto a terra, muove appena le dita su quella chitarra scordata, ma lui non lo sa e la tiene tra le gambe incrociate. Soffia per scacciare via i grani di polvere che sottile si nebulizza mostrando un legno smorto, spento, sbiadito, eppure caldo.
Il cuore suona una tumultuosa tarantella e Diego abbraccia la chitarra, abbraccia suo padre. Una lacrima rimbalza sulla cassa, ravvivando il legno opaco». Da quel momento i due possono trovarsi su un terreno comune, e il padre in seguito gli regala anche un basso tanto desiderato, che lo porta a far parte di una band con alcuni suoi amici.
La musica è una parte fondamentale dell’opera: tante sono le citazioni e i rimandi ad essa, e spesso è il motore per riattivare il cuore di Diego, soprattutto dopo il momento tragico che ha vissuto.
Torniamo quindi in avanti nel tempo e lo incontriamo a un anno dall’aggressione: il giovane si è ritirato in un isolato paesino di montagna in compagnia solo del cane Poe; la sofferenza per la sua menomazione non lo abbandona mai e lo ha spinto ad allontanare tutti i suoi affetti e anche a rinunciare alla musica. L’incontro con una ragazza, Daniela, cambia le sue prospettive e lo riporta a casa, dove troverà la forza di indagare su ciò che gli è successo.
Non è affatto pronto, però, alle rivelazioni che sconvolgeranno tutto il suo mondo.
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