Alla già nutrita scelta museale fiorentina, da fine 2019, si aggiunge il Museo de' Medici, un primo museo interamente dedicato alla storia del celebre casato.
Ha trovato sede al primo piano di Palazzo Sforza Almeni, una residenza signorile cinquecentesca di via de’ Servi, centralissima strada che collega il Duomo con piazza Santissima Annunziata. Il palazzo, su suppone progettato da Bartolomeo Ammannati con la collaborazione di Giorgio Vasari, costituisce uno splendido esempio di architettura manierista. Cosimo I dei Medici dopo averlo requisito ai legittimi proprietari, la famiglia Taddei, lo donò al suo coppiere Sforza Almeni quale ringraziamento per il suo devoto lavoro. Il coppiere era colui che ogni giorno, prima dei pasti, assaggiava il vino del granduca per evitargli “sorprese”. Per pura curiosità Sforza Almeni fu al servizio del duca per ventiquattr'anni, prima che Cosimo, peraltro già vedovo, lo uccidesse di propria mano per aver rivelato al principe ereditario Francesco la sua relazione con Eleonora degli Albizi.
L’inizio in sordina del museo è collegato alle chiusure derivate dal diffondersi della pandemia, ma appena è stata possibile la riapertura il Cralt Collegio Toscana Liguria, che lo aveva da tempo nel programma del Gruppo Cultura, ha colto l’occasione per una visita guidata in esclusiva, ancorché per gruppi contenuti.
Posto al primo piano della residenza, le sale cinquecentesche accolgono opere ed oggetti provenienti da collezioni private che raccontano la storia della famiglia Medici che, come sappiamo, non solo ha governato Firenze e la Toscana in periodi storici di oltre 400 anni, ma ha anche fra i suoi discendenti due Papi e due regine di Francia.
Due sono i Papi di questa famiglia e non certo sconosciuti ai più, per il loro peso politico e storico sono fra quelli più importanti del periodo. Giovanni de’ Medici, secondo figlio di Lorenzo il Magnifico, che sale al trono con il nome di Leone X e Giulio Zanobi, figlio illegittimo di quel Giuliano assassinato nella congiura dei Pazzi, che nel pontificato assume il nome di Clemente VII.
E le Regine: Caterina e Maria, che sposano due sovrani di Francia ma, oltre ad essere regine consorti, saranno per destino della vita anche loro a regnare. Caterina è l’ultima discendente del ramo originario della famiglia che si esaurisce nella seconda metà del ‘400, ma è anche cugina di quel Cosimo che diventerà il primo granduca di Toscana.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre macroambienti che riprendono il periodo Granducale da Cosimo I a Giangastone e la sorella Maria Luisa l’elettrice Palatina ultimi discendenti. Una sala è dedicata inoltre al ramo originario. È una raccolta di oggetti, di simboli, di ritratti ed incisioni con i volti della dinastia granducale, di stemmi (i motti e le imprese) e la corona che in un ologramma vediamo come cambia dal primo all’ultimo Granduca. Poi ancora le medaglie con le effigi dei granduchi, lettere originali, bomboniere e banchetti di nozze, spartiti musicali dell’epoca.
Insomma, un buon riassunto dell’epopea della famiglia senza trascurarne le origini meno nobili.