La giornata a Pisa parte dalla visita al Museo delle Navi Antiche di Pisa. Il museo aperto nel 2019, ospita una straordinaria collezione di reperti databili tra il VII sec A.c e il VI sec D.c
Tutto ebbe inizio nel 1998 quando durante dei lavori per l'ampliamento della stazione ferroviaria di San Rossore vennero alla luce i resti di una grande imbarcazione di epoca romana. Da lì a poco, estendendo l'area di scavo, emersero una grande quantità di reperti. Furono alla fine circa una trentina le imbarcazioni indagate nello scavo. Apparve subito chiaro agli archeologi impegnati nei lavori di recupero l' eccezionale stato di conservazione dei reperti, rimasti protetti da un involucro naturale di argilla e sabbia. Dopo una lunga e delicata campagna di recupero e di restauro del legno bagnato è stato possibile finalmente trovare uno spazio espositivo per questi sorprendenti reperti. La scelta ricadde sugli arsenali medicei. Una serie di capannoni realizzati nel cinquecento per volontà di Cosimo I de Medici, primo granduca di Toscana.
Il percorso espositivo parte da due ampie sezioni dedicate alla storia della nostra città. Dalle origini etrusche, apprezzabili grazie agli oggetti ritrovati e alla ricostruzione virtuale di alcune capanne, fino ai reperti di epoca romana.
Il percorso entra nel vivo con il relitto della prima nave trovata negli scavi. Ovvero la grande nave A, una nave da carico di quaranta metri circa, mostrata secondo un allestimento che intende riprodurre il modo nel quale è stata ritrovata nel sito.
Si prosegue ammirando la nave Alkedo, considerata l'ammiraglia della flotta delle navi pisane, grazie al suo eccezionale stato di conservazione e alla sua quasi totale integrità. Viene esposta insieme ad un suo modello fedele, oltre agli oggetti ritrovati al suo interno, esposti in una vetrina.
Sorprendente anche lo stato di conservazione di un traghetto fluviale e di una sorta di piroga, destinata alla navigazione in acque interne. Infine un grande barcone fluviale per il trasporto di materiale da costruzione, unico nel suo genere, grazie alla presenza di parte del ponte e dell'albero maestro.
Nella sezione successiva è possibile ammirare una parte delle numerose anfore restituite dallo scavo, ne sono state ritrovate circa 13.000, delle tipologie più disparate. Vengono esposte comprese nelle vetrine anche le loro chiusure ermetiche in ceramica o sughero, compresa la più insolita, proveniente dall' Alkedo, con una chiusura con capsula in stoffa e corda, pensata probabilmente per conservare un vino fermentato.
Si prosegue con l'esposizione di ancore, parti di vele, remi, pompe di sentina, scandagli e timoni, provenienti dalle barche ritrovate.
Nell'ultima sezione infine è possibile ammirare gli oggetti utilizzati a bordo: dai resti dell'abbigliamento dei marinai, alle lucerne, dai giochi utilizzati a bordo, dalle monete, fino alle spazzole utilizzate per pulire il ponte delle navi.
Usciti dal museo, situato sul lungarno, si prosegue per una passeggiata lungo il fiume, dove si può ammirare la piccola Chiesa di Santa Maria della Spina, delizioso scrigno in stile gotico, affacciato sul fiume. Una chiesa sorta per proteggere l'unico ponte di pietra e che ospito' a partire dal 1333 un reliquiario contenente una spina proveniente dalla corona di spine del Cristo. Una chiesa che è stata dei danneggiata ripetutamente a causa delle piene dell' Arno, e che per preservarla venne nel 1860 smontata e rimontata pezzo per pezzo in una posizione più sopraelevata per proteggerla dalle esondazioni del fiume. La chiesa si presenta come un mirabile esempio di gotico, ricca di elementi architettonici come cuspidi, timpani e tabernacoli, che contribuiscono a renderla svettante lungo il fiume.
Proprio come per il museo delle Navi Antiche anche il camminamento in quota delle Mura di Pisa ha beneficiato dei fondi europei per il restauro e la successiva fruizione. Il tratto di mura visitabile è quello a nord della città, ed è lungo circa 3 km, con diversi punti di salita. Noi abbiamo visitato il tratto che circonda Piazza dei Miracoli, arrivando fino al tratto di mura davanti alle terme romane, unica emergenza ancora visibile della colonia romana di Pisa. L'edificazione delle mura iniziò nel 1154, sotto il consolato di Cocco Griffi, e andò a estendere il perimetro difensivo, sostituendo il tratto di mura di epoca romana, per difendere la città che nel medioevo era cresciuta di dimensioni. Le mura sono alte 11 metri e larghe circa 2,5 m, e rappresentano uno dei migliori esempi di mura medievali visibili in Italia. Appena saliti sul camminamento in quota si può osservare dall'alto l'antico cimitero ebraico, fondato nel 1674. Sempre dalle mura è possibile ammirare il complesso monumentale di Piazza dei Miracoli, da una prospettiva insolita. Per esempio grazie al punto di vista particolare si possono apprezzare alcuni preziosi dettagli come le sculture che decorano l'ordine mediano del Battistero. Sculture realizzate dalla bottega di Nicola Pisano, e restaurate nell'ottocento da lapicidi carrarini. Proprio questi ultimi durante il restauro dei busti dei profeti decisero di alterare l'aspetto di alcuni di questi, facendogli assumere le sembianze di Garibaldi e di Mazzini, "profeti" del risorgimento. Dal camminamento infine si possono ancora vedere le due strutture che permisero di intervenire dal 1990 fino al 2001 per fermare e ridurre la pendenza del campanile pendente.
Appena scesi dalle mura ci siamo recati a visitare il Battistero di Pisa. Imponente edificio i cui lavori iniziarono nel 1152 su progetto di Diotisalvi, che si ispirò per la forma e le dimensioni al Santo Sepolcro di Gerusalemme. L'interno conserva due capolavori. Il Fonte Battesimale di Giudo Bigarelli da Como, del 1246. Fonte di forma ottagonale ricco di motivi ornamentali finemente lavorati. Celebre anche perché vi venne battezzato il grande scienziato Galileo Galilei. E il pulpito di Nicola Pisano , realizzato tra il 1255 e il 1266. Un pulpito che costituisce una novità, in quanto Nicola Pisano scelse per la prima volta non la forma quadrata o rettangolare, ma una forma esagonale, trasformandolo in un piccolo ed elegante organismo architettonico autonomo. Il pulpito venne corredato di un complesso programma iconografico che prevedeva la presenza di simboli che richiamavano la forza della chiesa di Roma (leoni stilofori) , sculture rappresentanti le virtù teologali e cardinali, sibille e profeti, scene della vita del Cristo. In Battistero inoltre è possibile ammirare la dimostrazione dell'acustica. Grazie alla sua forma circolare e alla cassa di risonanza tra la copertura interna e la cupola emisferica esterna l'interno produce una omogenea e armoniosa diffusione del suono. Per questa ragione il personale all'interno ogni mezz'ora offre una dimostrazione di questo affascinante riverbero sonoro.
Dopo aver ammirato la ricchezza decorativa della porta di ingresso del Battistero si procede verso la Cattedrale. Splendido esempio di architettura romanica, anzi di romanico pisano. Uno stile che ha avuto ampia diffusione in toscana e nelle isole conquistate dai pisani, come la Corsica e la Sardegna. Il romanico pisano è una armoniosa fusione di stili diversi nella stessa struttura architettonica. Convivono infatti elementi islamici, losanghe e tarsie marmoree, elementi desunti dal romanico come le arcate cieche, elementi decorativi greco bizantini come la due colonne ricoperte di girali d'acanto ai lati del grande portale centrale, oppure l'ordine superiore della facciata, caratterizzato dalla presenza di gallerie percorribili, secondo un modello diffuso in area lombardo emiliana.
L'imponente Cattedrale di Pisa venne progettata da Giovanni Busketo, ricordato con un cenotafio in facciata, e consacrata nel 1118. Nel 1595 venne gravemente danneggiata da un vasto incendio che distrusse le porte in bronzo e il soffitto. Il soffitto attuale è dovuto all'intervento della bottega degli Atticciati, artisti fiorentini esperti nella realizzazione di soffitti a cassettoni lignei dorati. Al centro campeggia lo stemma mediceo, perché tale intervento fu finanziato dai granduchi di toscana.
All'interno si possono ammirare gli archi delle navatelle laterali, caratterizzati dalla tipica bicromia del romanico pisano, ispirata all'arte mozarabica, osservata dai pisani in Spagna. Eccezionale, e per fortuna non danneggiato dal grande incendio, il mosaico del catino absidale, con raffigurato un grande Cristo Pantocratore, insoluta iconografia bizantina. Un'opera che costituisce un'ulteriore testimonianza di come a Pisa si incontrassero nel medioevo tutte le culture del Mediterraneo. Il Cristo è circondato da Maria e San Giovanni, opera quest'ultimo del famoso Cimabue, morto a Pisa proprio mentre realizzava questa parte del mosaico. All'interno della Cattedrale si possono ammirare anche la tomba di San Ranieri, il santo patrono della città di Pisa, e il sarcofago di Arrigo VII di Lussemburgo, che morì a Buonconvento, mentre, dopo essere disceso nel primo decennio del 1300 in Italia per risollevare le sorti dei Ghibellini, si recava a Roma per essere incoronato. Morte che gettò nello sconforto le speranze di Pisa, unica città toscana ghibellina, e di Dante, fuggito da Firenze, perché condannato a morte dai guelfi neri.
Il capolavoro della Cattedrale è sicuramente il pulpito di Giovanni Pisano. Realizzato dal figlio di Nicola nel primo decennio del 1300. Ispirato al pulpito del padre, realizzato per il Battistero, ma ampliando il programma iconografico, e rendendo più complessa la rappresentazione sul parapetto delle scene con la vita del Cristo. Oltre trecentosessanta personaggi scolpiti, quasi a tutto tondo, animano le scene, con un dinamismo e una ricerca di espressività mai viste fino a quel momento nell'arte scultorea. Scene drammatiche come la strage degli innocenti e la crocefissione ne sono mirabili esempi.
Infine uscendo non ci si può non soffermare su un paio di curiosità. Le unghie del diavolo, ovvero una serie di piccoli fori che ricorrono su una pietra sul fianco esterno della Cattedrale. La leggenda vuole che il diavolo si arrampicò lungo la fiancata sul tetto della Cattedrale per impedirne la costruzione finendo poi per essere cacciato dalla forza divina, ma lasciando comunque un sigillo indelebile sulla pietra. Si dice che contandole il numero cambi continuamente perché sottoposto all'inganno del Diavolo. Curiosa è inoltre la presenza di numerose piccole croci incise lungo gli esterni dell'edificio. Sono i segni lasciati dai pellegrini che nel medioevo, passando per la vicina Francigena, decidevano di fermarsi a Pisa.