“Un altro anno relativamente buono per i porti turistici che sono in leggera ripresa da tre anni a questa parte – ha detto il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio -. Il dato va però valutato alla luce del fatto che il giro d’affari dei porti turistici italiani è ancora al 25% al di sotto rispetto al periodo pre crisi”.
Il giro d’affari dei porti turistici italiani, infatti, è cresciuto quest’anno del 4,5%. Il dato è emerso durante la quarta conferenza sul turismo costiero organizzata da Ucina Confindustria nautica con Federturismo nell’ambito del Salone nautico internazionale in corso a Genova.
I transiti sono cresciuti anche grazie al fatto che per motivi geopolitici l’Italia è diventata molto interessante per le navi da diporto e anche grazie ai charter cresciuti quest’anno del 10% . A far aumentare il numero dei transiti ha contribuito anche il noleggio nautico che registra una fase di prosperità. Nella stagione appena conclusa si è registrato un incremento più marcato dei transiti (+7%) “che però – ha spiegato Perocchio – non fanno la salute totale di un porto turistico perché senza l’utenza stanziale la struttura non si regge economicamente”.
Resta comunque uno squilibrio fra utenza e offerta di posti barca in corso di realizzazione. Negli ultimi dieci anni sono stati costruiti 21.490 posti barca, 22.559 sono in costruzione e 51.696 sono in corso di progettazione. Mentre le immatricolazioni di nuove barche sono state solo 600 nel 2015. “I porti italiani – ha spiegato Perocchio – hanno fatto salti mortali con campagne promozionali per attirare maggior utenza estera che potesse sostituire l’utenza italiana in sofferenza. Ma la componente centroeuropea che può portare la barca in Mediterraneo è limitata a poche decine di migliaia di soggetti e a barche di dimensioni medio grandi”.