Cralt Magazine vi porta ad approfondire la conoscenza di alcuni fra i più importanti siti museali ed archelogici italiani e lo fa nella maniera più naturale ed immediata possibile intervistando i direttori dei siti stessi che, oggi, oltre ad essere grandissimi esperti sono chiamati anche ad essere manager che mettono in atto politiche di sviluppo che avvicinino sempre più questi tempi della cultura alla gente.
Abbiamo incontrato il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, al quale abbiamo posto poche ma significative domande cui molto gentilemente ha voluto rispondere tratteggiando le sue idee e l' opera di tutto lo staff che si prodiga nella realizzazione della mission del Museo.
Direttore, ci descriverebbe il Museo Egizio, realtà davvero interessante che ci riporta a tanta cultura che seppur distante temporalmente da noi ci è ancora così prossima?
Il Museo Egizio ha l’onore e l’onere di custodire una delle più grandi collezioni del mondo sulla civiltà dell’Antico Egitto. 40.000 reperti, quasi 200 anni di storia (il Museo è stato aperto nel 1824).
L’Egizio custodisce e condivide con gli studiosi e i visitatori uno straordinario tesoro, che appartiene al patrimonio culturale del mondo intero; rappresenta inoltre un pezzo della storia della città di Torino, di come i Savoia hanno deciso di dare inizio alla collezione nel XVII secolo, con l’obiettivo di arricchire la capitale sabauda con una “Grande Galleria” di antichità.
Negli ultimi anni, dopo il riallestimento inaugurato nel 2015, il Museo è diventato anche un centro di ricerca e un luogo di incontro, capace di far incontrare e dialogare culture diverse.
Quali sono le linee di programmazione dell'offerta culturale del Museo Egizio? L’Egitto, terra incantevole e millenaria con la sua storia fulcro della vostra offerta culturale che appeal ha oggi – in un momento, purtroppo, di grande timore dell’altro da se – sui fruitori italiani?
Il Museo, oltre a svolgere l’attività imprescindibile di studio, conservazione e valorizzazione della collezione, ha la responsabilità di proporsi come luogo di confronto e di dialogo. L’inclusione è una priorità da promuovere e sostenere, attraverso progetti specifici pensati perché tutti possano fruire della splendida collezione che l’Egizio custodisce.
Abbiamo due linee di sviluppo: IN MUSEO, dove proponiamo attività per coinvolgere le comunità straniere presenti sul territorio e FUORI DAL MUSEO, un progetto per raggiungere realtà come gli ospedali o le carceri, che altrimenti sarebbero escluse dalla nostra offerta culturale.
Un consiglio, non da direttore del Museo Egizio ma da persona comune con una grande competenza, cosa consiglierebbe ad un visitatore della vostra realtà?
Consiglierei di immergersi completamente nella straordinaria cultura egizia. Il Museo è molto grande ed è assolutamente auspicabile reiterare la visita per scoprire la ricchezza della collezione.
Bisogna inoltre considerare che il Museo si rinnova continuamente: le mostre temporanee, per esempio, offrono al visitatore un’esperienza sempre diversa, che completa e integra la mostra permanente.
Quali iniziative avete realizzato e avete in cantiere per attrarre sempre maggiori visitatori e per far fruire loro dell'arte e della cultura egizia? Ritiene che realtà come la nostra, ma tutti i Cral in genere, possano essere vettori e catalizzatori per avvicinare i propri soci all'offerta culturale del nostro Paese?
Proponiamo durante tutto l’anno una lunga serie di promozioni che si rivolgono a target differenziati.
Offriamo aree e percorsi differenziati per andare incontro alle richieste di tutti i visitatori: lo Spazio ZeroSei Egizio, per esempio, dà alle famiglie con bambini tra 0 e 6 anni la possibilità di affidare i propri figli a educatori specializzati che li coinvolgono in un’attività propedeutica o complementare alla visita, mentre i genitori si godono con tranquillità il percorso museale. Per chi ha bambini più grandi, tra i 6 e gli 11 anni, sono previsti percorsi ad hoc e video-guide specifiche.
I Cral possono avere un ruolo cruciale nel catalizzare l’interesse di nuovi visitatori sulle realtà culturali del territorio. Il loro intervento è fondamentale per avvicinare il pubblico all’offerta culturale.
Di quale idea di cultura e di arte ritiene di essere portatore, quanto il patrimonio dei siti museali ed archeologici può aiutare i cittadini a crescere e quanto interesse registra nel pubblico. C'è ancora fame di cultura in Italia?
Credo che la cultura abbia un ruolo imprescindibile nella creazione di ponti e di dialogo. Grazie a un’indagine condotta sui visitatori e sull’impatto economico del Museo Egizio sul territorio, abbiamo dimostrato che la nostra istituzione è in grado di produrre ricchezza materiale e immateriale, creando posti di lavoro e generando attività economiche.
Note Biografiche del Direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco
Nato nel 1975 ad Arzignano (VI), Christian Greco è Direttore del Museo Egizio dal 2014. Ha guidato e diretto il progetto di ri-funzionalizzazione, il rinnovo dell’allestimento e del percorso espositivo, concluso il 31 Marzo 2015, che ha portato alla trasformazione dell’Egizio, da museo antiquario a museo archeologico. Formatosi principalmente in Olanda, è un egittologo con una grande esperienza. Alla direzione del Museo Egizio ha sviluppato importanti collaborazioni internazionali con musei, università ed istituti di ricerca di tutto il mondo. La sua forte passione per l’insegnamento lo vede coinvolto nel programma dei corsi dell’Università di Torino e di Pavia, della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, della Scuola IUSS di Pavia con corsi di cultura materiale dell’antico Egitto e di museologia. Inoltre, partecipa come lecturer in molti master universitari di Comunicazione e Management museali portando la testimonianza della propria esperienza lavorativa e di ricercatore. Il lavoro sul campo archeologico è particolarmente importante: è stato membro dell’Epigraphic Survey of the Oriental Institute of the University of Chicago a Luxor e, dal 2011, è co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara. Al suo attivo ha molteplici pubblicazioni divulgative e scientifiche in diverse lingue e numerose partecipazioni a convegni internazionali di egittologia e di museologia come keynote speaker.