“Un bel giorno (ma tutti i giorni sono belli), mentre mia madre con la pala stava infornando il pane, la afferrai per il gomito bianco di farina e le dissi: ‘Mamma, voglio fare il pittore’”. (Marc Chagall)
L’artista sceglie il punto di vista dell’infanzia e riproietta i propri ricordi e le proprie emozioni attraverso l’occhio incantato del bambino. Ogni sua osservazione genera uno stupore che abbiamo dimenticato. Il mondo privo di gravità consente a meravigliose creature di librarsi nel cielo, come angeli. Non esiste gravità, pensiero negativo, dolore che non sia celestialmente compensato, nei quadri dell’artista.
L’occhio infantile è selettivo rispetto al meraviglioso e decontestualizza, come avviene in Chagall, un personaggio, un particolare, un animale, ritagliandolo dal “rumore di fondo” del contesto per conferirgli un’evidenza assoluta. Anche l’artista pare ritagliare i propri personaggi, accostandoli spesso, tra loro, con volute difformità proporzionali. Il volo e la leggerezza appartengono a questa dimensione gioiosa.
E’ poi il grande amore tra l’uomo e la donna a consentire agli adulti di tornare ad una felicità senza peso. In molti quadri di Chagall ricorre l’immagine degli sposi. Lei è Bella Rosenfeld, amatissima moglie del pittore. E’ lei la donna in volo. Lei, splendida, intelligente, ricca di grazia e di dolcezza.
Lei che corrispose quell’amore con la stessa intensità. Percorso espositivo che indaga aspetti inediti della vita di Chagall, diviso in sette sezioni con eccezionale selezione di oltre 150 opere.