Ci sono posti in Italia, anche se non solo, che sono luoghi della storia e luoghi dell'anima. Luoghi dove la pregnanza della storia che trasuda da ogni pietra ha un valore umano e al tempo stesso spirituale.
La storia di Cassino e dell'abbazia di Montecassino è tristemente nota a tutti, almeno speriamo, la storia di un territorio la cui gente ha dovuto vivere, tristemente, sulla sua pelle l'orrore della guerra, di quel conflitto disumano che fu la seconda guerra mondiale che visse nella battaglia - invero nelle varie battaglie e soprattutto bombardamenti durati per ben più di un anno a cavallo fra 1943 e il 1944-. di Cassino uno dei momenti più cruenti. Cassino ieri come Aleppo oggi, questo il parallelismo storico più immediato che possa balzare agli occhi e la triste considerazione di come gli uomini non fanno tesoro degli eventi vissuti comprendendo che "non esistono guerre giuste, tutte le guerre sono ingiuste", come è stato più volte sottolineato.
I fatti storici videro Cassino essere il centro della tristemente nota Linea Gustav, d'ideazione nazista, che spaccò l'Italia in due all'indomani della firma dell'armistizio dell'8 settembre che non segnò affatto la fine della guerra per l'Italia ma l'inizio della fase del conflitto più tremenda che mente umana avesse mai potuto ordire. Il perno difensivo tedesco sulla Gustav era rappresentato dall'abitato di Cassino che controllava l'accesso alla valle del Liri, e dall'abbazia di Montecassino che sovrastava la valle e permetteva ai difensori di controllare i movimenti delle truppe nemiche. La valle era dunque l'unica via d'accesso agevole per le colonne di uomini e mezzi alleati diretti verso la capitale, e divenne quindi un caposaldo difeso tenacemente dai tedeschi. Lo sfondamento della linea Gustav avvenne solo a metà maggio 1943 con l'operazione Diadem, che permise alle forze Alleate di irrompere oltre le difese tedesche che difendevano Montecassino e contemporaneamente sfondare il perimetro difensivo tedesco contro la testa di sbarco ad Anzio attraverso l'utilizzo di un feroce quanto ingiustificato bombardamento a tapppeto effettuato dalle forze alleate sulla zona, completo dall'artiglieria di terra.
Ciò che ne derivò fu che l'Abbazia in primis e Cassino furono completamente rasi al suolo e la popolazione completamente decimata fino a quando le truppe Polacche non riuscirono a piantare la loro bandiera sulla sommità di Montecassino. La vergogna delle famose 72 ore concesse alle truppe dopo la vittoria per fare "ciò che volevano" della popolazione civile è talmente raccontanto in maniera magistrale da Alberto Moravia nel suo libro "La Ciociara" e da Vittorio De Sica nell'omonimo film che ritornarci sarebbe delittuoso.
Tutto questo un folto gruppo di soci della Toscana e della Liguria hanno vissuto, prima in una visita guidata all' Abbazia condotta in maniera magistrale da guide locali esperte e professionali, poi in un incontro con il Sindaco Carlo Maria D'Alessandro in comune alla presenza del Presidente Nazionale del CralT Clotilde Fontana, del consigliere di amministrazione Giuseppe Trelle, del delegato Toscana e Liguria del CralT Angelo Monci, dello storico Locale Sergio Saragosa e del direttore di Cralt Magazine Gianni Tortoriello, conclusosi con la visione del filmato storico dell'Operazione Diamante.
Il pubblico presente ha fortemente gradito questa che è stata definita un'esperienza da viaggiatori consapevoli più che da turisti partecipando vivamente ai racconti di Saragosa e i commoventi ricordi del consigliere Trelle.
Da oggi nella sezione Gallery di Cralt Magazine viene pubblicato, unitamente a questo, un nutrito reportage fotografico della giornata che viinvitiamo a vedere.