Nell'immaginario collettivo si affastellano tante immagini e tantissimi stereotipi rispetto alle varie regioni italiane, al netto dell'oleografia, non si può non affermare che Il carretto siciliano è uno dei simboli più immediatamente riconoscibili dell’iconografia "folcloristica" della Sicilia.
Storicamente il carretto era un mezzo a trazione equina adibito essenzialmente al trasporto merci in una realtà socio-territoriale molto diversa rispetto a quella attuale. La prevalenza del dato rurale era la caratteristica dominante nell'isola ma,nonostante il suo anacronismo storico, oggi rimane uno dei simboli madre della Sicilia. Sicuramente qualcuno storcerà il naso ma anche questi simbolismi sono parte integrante della storia di un territorio e non in omaggio ad uno spurio revanchismo ma alla voglia di perpetrare ricordi e sapori antichi che è nato il Museo che si trova in contrada Cantera, fra l'Etna e i Nebrodi, a due passi dal Simeto. Il Museo comprende, oltre ai meravigliosi Carretti Siciliani, carrozze e calessi, una notevole quantità di opere tra sponde, casci i fusu, ruote, ornamenti dei cavalli, pennacchi, giare e tanto altro, tutto facente parte del tradizionale folklore siciliano e del mondo (ormai scomparso) del Carretto Siciliano e dei sui Carrettieri. Partendo dal capostipite Don Carmelo Gullotti (carrettiere di professione), al figlio Pippo, la famiglia Gullotti cura da più di sessant’anni questa collezione, mettendo a disposizione oltre le opere, la loro esperienza e conoscenza di tutte le tecniche, aneddoti, usi e costumi, riguardanti l’arte e la vita del Carretto Siciliano con tutte le sue sfaccettature .