03 Ottobre 2024

Arezzo: la giostra del Saracino

di Angelo Monci
“Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra”

La Giostra del Saracino è la principale rievocazione storica della città di Arezzo. La manifestazione si svolge due volte l’anno: il penultimo sabato di giugno in edizione notturna (Giostra di San Donato) e la prima domenica di settembre in edizione diurna (Giostra della Madonna del Conforto).

Il torneo cavalleresco attira migliaia di visitatori che, affascinati dal corteggio storico, si riversano nelle vie cittadine. Accalorato da centinaia di figuranti in costumi medievali e decine di cavalli, scandito dallo squillo delle chiarine e inebriato dei colori delle bandiere, il corteo è capace di far vivere alla città un tuffo nel passato e di far immergere gli aretini e i turisti in un’atmosfera singolare e festosa. Di torneamenti e giostre aretine sono descritte anche da Dante Alighieri, all’inizio del XXII Canto dell’Inferno:

“Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra”.

Vi partecipano i quattro Quartieri in cui è suddivisa la città, ovvero: il Quartiere di Porta Crucifera, il Quartiere di Porta del Foro, il Quartiere di Porta Sant'Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito.
Il corteo che anticipa la Giostra vede sfilare anche gli emblemi e i cavalieri delle famiglie nobili della città e del contado, che nei territori abbinati ai quartieri possedevano la dimora o avevano avuto feudi e consorterie, quindi peso politico e militare prima dell'ascesa del libero Comune.

  • A Porta Crucifera sono assegnati i Bacci, i Bostoli, i Brandaglia e i Pescioni e per quanto riguarda il contado i nobili della Faggiuola e i Conti di Montedoglio.
  • A Porta Sant'Andrea le famiglie cittadine dei Conti di Bivignano, i Guillichini, i Lambardi da Mammi e i Testi e i consortati nobiliari dei Barbolani Conti di Montauto e dei Marchesi Bourbon del Monte Santa Maria.
  • A Porta del Foro i Grinti di Catenaia, i Sassoli, i Tarlati di Pietramala, gli Ubertini e le consorterie dei Conti Guidi di Romena e dei Cattani della Chiassa.
  • A Porta Santo Spirito, infine, le casate di città degli Albergotti, degli Azzi, dei Camaiani e dei Guasconi e quelle del contado dei Pazzi del Valdarno e dei Tolomei del Calcione.

La Giostra, preceduta dal variopinto corteo che vede sfilare per le vie del entro storico oltre quattrocento figuranti e cavalli al seguito, vede in Piazza Grande l’esibizione degli Sbandieratori di Arezzo e il rullo dei tamburi e dal suono delle chiarine del Gruppo Musici della Giostra del Saracino, e l’ingresso di tutto il corteo con costumi d'epoca.

La Lancia d’Oro è l’ambito trofeo della Giostra del Saracino che i quattro quartieri si contendono nella sfida contro il Buratto ed è il frutto della maestria dell’intagliatore aretino Francesco Conti, che come ormai consuetudine da decenni dà forma a quello che gli aretini chiamano affettuosamente “il brocco” e che vanta ad ogni edizione una dedica a ricorrenze, personaggi o avvenimenti particolari della storia aretina e non solo.
I giostratori, due per ogni quartiere, si sfidano correndo a cavallo lancia in resta contro il Buratto che impersonifica il Re delle Indie colpendo un tabellone che, a seconda della porzione colpita, può assegnare fino a 5 punti (che possono poi crescere o diminuire per effetto del regolamento che prevede varie casistiche). Le lance con cui i giostratori affrontano la carriera sono fatte in legno Douglas e hanno una lunghezza di 3 metri e 55 centimetri.

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