Girando per le vie di Napoli, si respira storia, cultura, leggenda e, perché no, mistero. Stiamo parlando del centro storico della città, il luogo che comunemente viene chiamato Spaccanapoli, è una strada che divide letteralmente Napoli ma che allo stesso tempo la unisce, la tiene stretta, legata a quella storia che la rende la padrona indiscussa di sé stessa.
Spaccanapoli non è altro che l’antico Decumanus, una strada che proveniva da Cuma, originariamente progettata per muovere da est verso ovest e che trova origine dal colle di Santa Lucia al Monte. Rappresentava, in antichità, una sorta di varco, un passaggio che, dalle colline, consentiva ai legionari romani di raggiungere il proprio insediamento sito nella zona di San Gaetano.
“Da San Martino vedi tutta quanta la città” recita una vecchia canzone ed è proprio così, se da San Martino ci si affaccia su Napoli è possibile comprendere appieno il significato di “Spaccanapoli”, che taglia in due perfette parti la città.
Percorrendola tutta ci si accorge che cambia nome per ben sette volte, si inizia da Nord, a valle della chiesa di Santa Maria di Ognibene, nel quartiere di Montecalvino, dove si chiama Via San Pasquale Scura, man mano scende dal monte attraversa Montesanto e Pontecorvo assumendo le sembianze del Vicolo Maddaloni all’incrocio con la storica Via Toledo. Il percorso continua e la strada diventa Via Domenico Capitelli, prima di respirare appieno l’aria benevola di Piazza del Gesù per continuare con Via Benedetto Croce e poi spuntare a Piazza San Domenico Maggiore. Da Piazza del Gesù sino a San Domenico Maggiore Spaccanapoli diventa Via San Biagio dei Librai, Via Vicaria Vecchia e Via Tupputi.
Il percorso del Decumano è accompagnato nel sottosuolo da un condotto conosciuto come l’acquedotto della Bolla, del quale si viene a conoscenza solo a partire dalla fondazione della chiesa di Santa Caterina a Formiello. Acquedotto, utilizzato come rifugio antiaereo negli anni della seconda guerra mondiale. E’ stato grazie alla Geo Med e agli studi del Centro Speleologico Napoletano sul sottosuolo di Spaccanapoli che si è potuta fare la conoscenza dell’acquedotto. Durante questi studi, infatti, furono portati all’attenzione circa 28 pozzi di acqua, per lo più pieni di materiale di risulta risalenti al 1943.
Oltre a pezzi di storia sommersa Spaccanapoli è un esempio di una storia che vive, una storia che si muove fra turisti e passanti, una storia che ogni giorno risveglia ricordi e miti che accompagnano di generazione in generazione il popolo partenopeo.
Qui Benedetto croce decise di albergare. Nel palazzo Filomarino, ora biblioteca, realizzò importanti opere, ispirato sicuramente dal vivo fervore della quotidianità napoletana.
Sarebbe impossibile poter parlare di ogni singolo pezzo di storia che accompagna il percorso del decumano, si tratterebbe di perdersi nei meandri di una storia senza tempo, sospesa fra mito e realtà ma alcune considerazioni sono d’obbligo quantomeno alzando gli occhi alle più prepotenti opere della zona.
Piazza del Gesù è di certo uno degli innumerevoli luoghi attraverso cui Napoli si racconta, parla dei suoi misteri, si pensi che nel Bugnato della Chiesa del Gesù Nuovo è conservato uno spartito musicale, il cui titolo nasconde in sé tutta la confusione e lo smarrimento che si prova dinanzi a cotanta cultura: Enigma. Si passa al monastero di Santa Chiara, cui è dedicata anche una nota canzone del repertorio classico napoletano, è la chiesa gotica più grande di Napoli, edificata fra il 1310 e il 1340 su ordine di Roberto D’Angiò. Tratti semplici ma allo stesso tempo così eloquenti come il suo rosone protagonista indiscusso dell’area. La chiesa, custodisce il chiostro famosissimo opera di Domenico Antonio Vaccaro. Luogo leggendario in cui si narra che, a ogni anniversario della sua morte, la Regina Giovanna I D’Angiò, uccisa nel 1382, appaia a capo chino scivolando lungo le mura.
Per non parlare dell’obelisco dell’Immacolata che si erge fiero al centro della piazza che, se guardato di spalle, sembra avere le sembianze di un incappucciato con tanto di falce.
Un luogo che nasconde miti, leggende, storia e tanto mistero, un luogo troppo ricco di storia per essere contenuto in poche parole, non a caso una targa sita in piazza del Gesù recita:
"Napoli è una delle più antiche città d’Europa. I suoi luoghi conservano traccia di preziose tradizioni, di incomparabili fermenti artistici e di una storia millenaria nelle sue strade, piazze ed edifici. E’ nata e si è sviluppata una cultura unica al mondo che diffonde valori universali per un pacifico dialogo tra i popoli. Il suo centro storico inserito dal 1995 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO appartiene all’umanità intera"