Il vice-presidente del Csm Giovanni Legnini, che ha detto che il binomio legalità-cultura è molto importante per recuperare un territorio come quello Casertano.
Tra le molte le idee per il rilancio del Real Sito Borbonico di Carditello, vi è quella di farne una delle possibili sedi di attività del Csm, ma anche un centro multifunzionale di ricerca e formazione che recuperi l'originaria vocazione agricola ed equestre, grazie ad accordi con l'Università ed altre istituzioni.
“I lavori di restauro della facciata sono finiti e ora inizieranno quelli delle stanze interne - ha detto Luigi Nicolais presidente della Fondazione Per Carditello - speriamo di riaprire presto tutta la struttura al pubblico. Di certo per il rilancio di Carditello useremo un approccio multidisciplinare, nel senso che sarà utilizzato per la convegnistica ma sarà soprattutto un centro per la ricerca, lo sviluppo e la formazione nel campo agroalimentare e delle specie vegetali autoctone. Qui è stata prodotta la prima mozzarella e sono stati allevate dai Borbone le migliori razze equine”.
Questo edificio dell'architettura neoclassica, ubicato nelle campagne della pianura casertana, per anni è stato oggetto di incuria e degrado, addirittura da finire all'asta per i debiti dell'ente che ne era proprietario, il Consorzio di Bacino del Basso Volturno. Nel 2014 il Mibact lo acquistò evitando che finisse nelle mani di malaccorti privati.
“La Reggia di Carditello ce la farà a rilanciarsi e diventerà un grande attrattore internazionale. Le risorse per il restauro ci sono, e ci sono anche quelle per la destinazione della Reggia quando sarà decisa dalla fondazione. Credo - ha aggiunto - che Carditello debba riavere quella destinazione che aveva al tempo dei Borbone, puntando magari sul cavallo Persano, razza creata dai Borbone. Penso ad un centro nazionale per l'equitazione. Ma sarà la fondazione a decidere” ha dichiarato il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.