E' una proposta composita quella che ci porta in Piemonte, nelle Langhe, non solo terra di vino e tartufi.
Dai tempi di Alba Pompeia il centro storico ha visto succedersi le generazioni della città: quella medievale crebbe sui resti di quella romana, la moderna ne occupò il posto senza cancellarla del tutto e così via, fino alla città attuale. Degli ultimi duemila anni di storia molto è rimasto nel ventre del sottosuolo cittadino, frammenti di città scomparse e antenate dell’Alba di oggi che vanno a comporre il Percorso Archeologico Monumentale sotterraneo.
“Ho sempre dipinto. Sto dipingendo. Dipingerò fino all’ultimo istante. È l’opera d’arte che deve far parlare di sé. È dell’opera d’arte che si deve parlare. È l’opera d’arte che fa conoscere l’artista. Tutto il resto è mediocrità” Così scriveva Giacomo Balla nel 1930.
La Fondazione Ferrero di Alba riunisce un centinaio di capolavori provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere come il Museum of Modern Art di New York e la Tate Modern di Londra.
La mostra è articolata in tre sezioni tematiche, per rendere omaggio a un artista fondamentale nel raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista, l’analisi del movimento e il futurismo. Molte opere non sono mai state esposte prima in Italia.