La prima edizione del MonFest, la nuova Biennale internazionale di fotografia, promossa dal Comune di Casale Monferrato e in programma dal 25 marzo al 12 giugno, a cura di Mariateresa Cerretelli, non poteva non partire da un protagonista di casa: Francesco Negri (Tromello, 1841 – Casale Monferrato, 1924).
Di Casale, Negri, che di professione faceva l’avvocato, negli anni ‘80 dell’Ottocento fu Sindaco. Ma a farne un personaggio di notorietà internazionale non furono l’attività forense o amministrativa bensì la sua passione per la fotografia.
“Il suo interesse per la fotografia - annota Mariateresa Cerretelli - nacque durante gli anni dell’università e si espresse nel corso di tutta la sua vita, grazie alla curiosità e alla voglia di sperimentare, che lo portarono a raggiungere livelli altissimi. I suoi esperimenti nel campo della microfotografia gli consentirono di fotografare, tra gli altri, il bacillo della tubercolosi e di entrare in contatto epistolare con Robert Koch. Mise a punto un teleobiettivo che brevettò ed entrò in produzione su scala industriale presso la ditta Koristka e dalla sua invenzione non trasse mai profitti”.
Oltre che appassionato di fotografia, Negri fu studioso di arte, in particolare degli artisti casalesi, ma si interessò anche agli artisti che operarono presso il Sacro Monte di Crea, in particolare ai fratelli de Wespin, autori delle statue delle cappelle del Sacro Monte. La sua ricerca artistica si concretizzò nel volume Il santuario di Crea in Monferrato. Questo ambito di studi gli consentì di arrivare a stringere amicizia con Samuel Butler e Henry Festing Jones.
Nella mostra-omaggio lui dedicata (a cura di Luigi Mantovani e Elisa Costanzo) sarà esposta una sequenza di sue immagini fotografiche, ritratti in particolare. Insieme ad un album fotografico, curato da Gabriele Serrafero, con più di 300 riproduzioni di foto del sindaco-fotografo. Saranno in mostra anche i volumi di Samuel Butler e Henry Festing Jones, con dediche autografe degli autori a Francesco Negri e il manoscritto con bozze di stampa, annotazioni autografe sul Santuario di Crea.
"Ricordare Francesco Negri – sottolineano i curatori – significa ricordare un momento importante della fotografia, e un periodo della storia della città altrettanto importante. Due momenti pionieristici e di grande cambiamento, dove, in entrambi i casi, è la civiltà delle macchine, l'età industriale, che si affaccia sulla ribalta, portando con sè nuove e inaudite possibilità".
Ma ad essere ricreato con reperti tutti originali sarà anche l’ambiente fisico e tecnico che fece da incubatore alla ricerca di Negri: una sua macchina fotografica, vetrini con sezioni sottili di diversi materiali, tricromie, un cavalletto di legno per il ritocco fotografico e la scrivania dotata di un apposito sistema di retroilluminazione per il ritocco delle lastre fotografiche. In mostra anche il frutto, o meglio uno dei frutti, delle sue ricerche tecniche: il celebre teleobiettivo Negri-Koristka, entrato nella storia tecnica della fotografia. “Sarà come ritornare con la macchina del tempo a quegli anni gloriosi ed assistere alle ricerche che Negri, così come tanti altri pionieri, compiva per aprire nuovi ambiti alla fotografia”, chiosa la direttrice del festival casalese, Maria Teresa Cerretelli.